18 novembre
Oggi, ma nel 1989, a Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, sulla strada statale 106 ionica, veniva rinvenuto il corpo senza vita del centrocampista del Cosenza calcio Donato “Denis” Bergamini, di Argenta, in quel di Ferrara, di 27 anni. Per le forze dell’ordine, per la magistratura e conseguentemente anche per l’opinione pubblica sembrava trattarsi di suicidio. Il calciatore si sarebbe, verosimilmente gettato sotto le ruote di un camion carico di agrumi, quello di Raffaele Pisano, che lo avrebbe poi trascinato per sessanta metri.
Ma la vicenda (nella foto, particolare, striscioni inneggianti alla verità sul giallo esposti dalla “curva sud Bergamini” durante la sfida Cosenza-Licata, di serie B, il 22 aprile 2012, immagine tratta dall’archivio dell’agenzia giornalistica Ansa) presentava lati oscuri e rimarrà avvolta nel mistero. Nonostante la scoperta della morte per soffocamento del giovane precedentemente all’impatto col mezzo pesante. Resterà fumoso anche il presunto coinvolgimento della ex fidanzata Isabella Internò. Anche questa rubrica, scritta per il quotidiano d’Abruzzo “Il Centro”, il 18 novembre 2020, riporterà tale versione e chiuderà il lancio riferendo che in conclusione il caso Bergamini non avrà colpevoli assicurati alla giustizia.
L’1 ottobre 2024, invece, dopo 35 anni dal delitto, la Internò, di 55 anni, verrà condannata, in primo grado quindi non con sentenza definitiva, a 16 anni di reclusione, per concorso in omicidio volontario. Verrà così fatta luce, almeno in parte -perché resteranno le possibilità di utilizzare appello e ricorso in Cassazione per la Internò e da appurare la dinamica del fatto di sangue e la partecipazione di altri soggetti per la Procura della Repubblica di Castrovillari- sulla triste sorte di Bergamini. Nonostante la Internò continuerà a dichiararsi innocente.
Presumibilmente l’omicidio - strangolamento effettuato con una sciarpa e conseguente lancio del cadavere sotto il tir - sarebbe stato dettato dalla decisione dell’atleta di lasciare Isabella, invece di sposarla, una volta venuto a sapere che lei fosse rimasta incinta. Conseguentemente lei aveva deciso di abortire. Il numero 8 del club rossoblù aveva disputato la sua ultima partita quattro giorni prima del decesso, nella categoria cadetta del campionato, il 12 novembre di quel 1989, contro il Monza, in trasferta, nella gara terminata 1-1.