Alex Bellini nel 2005 nell'oceano Atlantico

TODAY

18 settembre

Oggi ma nel 2005, da Quarto, in provincia di Genova, l’esploratore Alex Bellini, di Aprica, in quel di Sondrio, classe 1978, salpava con la barca a remi in vetroresina Grafoplast (nella foto, particolare), realizzata in Inghilterra a Southampton, e ottimizzata per la parte elettronica a Trieste, città d’adozione di Bellini, lunga 7 metri, di 700 chilogrammi di peso a pieno carico, in autosufficienza alimentare e senza appoggio tecnico, diretto a Fortaleza, in Brasile.

Riuscirà a portare a termine l’impresa e ad arrivare, dopo 226 giorni e 11mila chilometri di acqua salata, lottando contro la scarsità di cibo e vari inconvenienti di viaggio. Incluso il riuscire a sopravvivere, per 5 giorni, completamente senza mangiare, per aver terminato le provviste, prima di raggiungere l’Isola Belmonte, la maggiore dell’arcipelago brasiliano di San Pietro e San Paolo, composto da 5 piccole isole e 10 scogli, sede della stazione scientifica della Marina militare brasiliana, nello stato federato di Pernambuco, nell’oceano Atlantico. La sua traversata porterà 58mila euro, raccolti grazie alle sponsorizzazioni, che verranno devoluti dall’ultra atleta tricolore alla costruzione di un centro di accoglienza infantile in Brasile.

Il successo dell’impresa a remi seguiva il fallimento del precedente tentativo. Il 10 ottobre 2004, infatti, Bellini, soprannominato anche “Il montanaro del mare”, data la sua provenienza dalla Valtellina, con alle spalle esperienze di maratone con distanze e condizioni climatiche estreme, dal deserto del Sahara ai ghiacci dell’Alaska, era partito per la prima delle sue traversate oceaniche, a remi, in solitaria, che era stata denominata non a caso Alone 2004, dal porto di Genova, diretto nella Guyana francese. Ma dopo soli 23 giorni di navigazione era naufragato sull'isola di Formentera, nell’arcipelago delle Baleari, in Spagna, a causa di forte vento di maestrale ed era stato costretto a rinunciare. Per prepararsi alla sfida cominciata il 18 settembre 2005, Bellini era stato allenato dall’azzurro Gianluca Farina. Quest’ultimo, originario di Casalmaggiore, in quel di Cremona, del 1962, era il vincitore della medaglia d’oro a squadre alle Olimpiadi di Seoul 1988, proprio nel canottaggio, insieme ad Agostino Abbagnale, Piero Poli e Davide Tizzano, poi era divenuto istruttore federale della nazionale. Il 10 dicembre 2006, a Roma, la Federazione italiana canottaggio gli assegnerà il “Cavaliere delle acque”, il prestigioso riconoscimento spettante a colui che, nel corso della stagione agonistica, si sia messo maggiormente in evidenza con il suo impegno nel mondo dello sport a remi. Il 21 febbraio 2008 Bellini bisserà l’esperienza partendo, sempre a remi, su una barca ugualmente realizzata in vetroresina, lunga 7 metri e mezzo, da 900 chilogrammi di peso a pieno carico, ancora una volta in solitaria, identicamente in autosufficienza alimentare, con a bordo 275 chilogrammi di cibo a lunga conservazione, e privo di assistenza tecnica, per 18mila chilometri, attraverso l’oceano Pacifico, dal Perù all’Australia, trascorrendo nella sua speciale imbarcazione 294 giorni.

La prova del 2008 verrà studiata con la partenza da Callao, nell’area metropolitana di Lima, e l'arrivo a Sydney. Ma il 12 dicembre 2008, quando mancheranno soltanto 104 chilometri dal raggiungere la terra ferma, interromperà la navigazione in solitaria facendo ricorso all’ausilio di un rimorchiatore neozelandese che lo condurrà nel porto di Newcastle, nel nuovo Galles del sud, a 160 chilometri a nord di Sydney, a causa delle avverse condizioni meteo che avrebbero messo a serio rischio la sua vita. Esperienza, quella del 2008, che verrà raccontata dallo stesso protagonista nel volume “Il Pacifico a remi”, pubblicato dalla casa editrice milanese Longanesi, nel 2010.