Today

19 dicembre

19 Dicembre 2025

Oggi, ma nel 1943, a Chivasso, in provincia di Torino, nel centrale Palazzo Tesio, nella casa dell'antifascista Edoardo Pons, durante la riunione clandestina degli esponenti del movimento resistenziale alpino, sia della Valle d’Aosta che dell’arco valdese, veniva siglata la carta che verrà ritenuta preludio al moderno autonomismo europeista di stampo anti-totalitarista. Conteneva le rivendicazioni degli abitanti delle zone interessate e guardava, senza troppi giri di parole, al modello federalista elvetico. Da trasformare in più ampia federazione alpina che a sua volta sarebbe stata da intendere quale vero e proprio preludio alla ancor maggiormente allargata federazione europea.

La “Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine” (nella foto, particolare, la targa ricordo apposta, sull’edificio dello storico incontro, il 19 dicembre 2003, in occasione del 60° anniversario dalla stesura dell’importante documento, su iniziativa dei Consigli regionali del Piemonte e della Valle d’Aosta, oltre che dell’Unione nazionale dei Comuni montani e dell’amministrazione municipale di Chivasso) era una forte ribellione. Trovava ispirazione anche nel "Manifesto di Ventotene", di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, redatto nel 1941 durante il confino sull'isola.

Contro: l’oppressione politica fascista, caratterizzata da un piglio contrario alle peculiarità delle genti del comprensorio; la flessione della situazione economica, connotata anche dall’ermetica chiusura delle frontiere e dalla minima considerazione del patrimonio agro-forestale; la scarsa attenzione, da ritenersi come una vera e propria operazione di distruzione, della cultura di quei posti, passata anche attraverso la soppressione della lingua locale. L’incontro politico, che anche nella scelta della località voleva essere una sorta di punto d’incontro tra le due realtà valligiane, comunque vicine ai principi del Partito d’Azione, si svolgeva con esponenti di gran calibro.

Erano Emile Chanoux, Ernest Page, Federico Chabod - intellettuale di caratura internazionale, il partigiano “Lazare”, che sarà tra l’altro futuro primo presidente della Vallè, dal 10 gennaio 1946 al 24 ottobre dello stesso anno, contribuendo energicamente ad assicurare alla sua regione lo statuto speciale, al quale tuttavia non verranno risparmiate contestazioni e tentativi di linciaggio, il 22 marzo 1946, da parte di 2mila annessionisti filo-francesi che invaderanno il palazzo del governo ad aostano - che partecipava indirettamente, via missiva consegnata a Giorgio Peyronel, per i valdostani, e Osvaldo Coisson, Gustavo Malan, il già menzionato Peyronel, Mario Alberto Rollier, per la comunità valdese.

Nonostante ciò la Carta di Chivasso finirà per mettere in ombra l’esistenza ed il peso della piccola presenza valdese, fino a quando Valdo Azzoni, giurista aostano, ma valdese, interverrà per ripristinare l'equilibrio col suo libro “L'incontro di Chivasso. Il federalismo in Valle d’Aosta”, che sarà pubblicato dalla Tipografia La Vallée, di Aosta, nel 1981, che evidenzierà la fattiva interazione tra i due modi di essere comunque parte di una minoranza.