#TODAY

2 Gennaio

Oggi, ma nel 1947, a Roma, col decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato -che era Enrico De Nicola, eletto dall'Assemblea costituente, il 28 giugno 1946- numero 2, intitolato "Costituzione e ordinamento dell'Ente siciliano di elettricità", ovvero Ese, che verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica, del 18 gennaio 1947, numero 14, veniva creata giuridicamente l'istituzione pubblica, con sede a Catania, deputata alla produzione, fornitura e gestione, sia reale che amministrativa, della corrente elettrica che consentiva il funzionamento dell'isola. Il governo regionale avrebbe avuto poteri di vigilanza amministrativa, finanziaria e politica sulla nuova struttura. Che sarebbe stata amministrata da un consiglio, composto da cinque componenti, uno dei quali con compito di presidente, in carica per quattro anni, eletto dal capo della giunta regionale, che dal 30 maggio di quell'anno era il democristiano Giuseppe Alessi, nel suo primo mandato. Ovviamente l'ente siciliano, benché periferico, avrebbe operato in coordinamento con la fornitura elettrica a livello nazionale e avrebbe rappresentato un notevole passo avanti nello sviluppo produttivo della Sicilia. Il patrimonio economico iniziale dell'Ese, messo a disposizione dallo Stato, era di un miliardo di lire. A quella cifra si sarebbe dovuta aggiungere una quota della Regione che avrebbe dovuto provvedere anche agli immobili e all'apparato tecnico. Il neonato ente, di fatto, poneva un freno alla situazione, sino ad allora di monopolio, che era stata creata dallo strapotere della privata Società generale elettrica della Sicilia, nata nel 1907 e sviluppata dal modenese Enrico Vismara, quale amministratore delegato, che dal nord d'Italia imponeva costi elevati e servizi scadenti ai siciliani. L'Ese cesserà di vivere nel 1974. Politicamente sarà la merce di scambio pretesa dai socialisti alla Dc per costituire il patto politico detto del centro sinistra organico. Infatti l'Ese verrà fagocitato dall’Ente nazionale energia elettrica, ovvero l'Enel, che era gestito dai socialisti, facendo rientrare tatticamente la manovra nel più ampio piano di nazionalizzazione di tutta la gestione elettrica del Belpaese. La vita dell'Ese verrà ricordata, iconicamente, per la sciagura di Troina. Ossia quella del 6 dicembre 1950, che si verificherà nella cittadina situata nel libero consorzio comunale di Enna, nella quale 13 operai moriranno per l'esplosione di gas grisou, accumulato nella galleria in costruzione (nella foto, particolare), in prossimità dello sbarramento della diga Ancipa, sul lago Sartori, tra Troina e Cerami, il più alto della Sicilia, a 944 metri sul livello del mare. I lavori di costruzione inizieranno sul finire del 1949, e la diga servirà proprio per la produzione di energia idroelettrica. Il lago era a sua volta frutto dello sbarramento detto di San Teodoro, posto sul torrente Troina, pensato proprio per produrre energia elettrica. La costruzione, portata avanti dalle imprese Sogene e Lodigiani, verrà finanziata dall'Ese, tra il 1950 e il 1952, creando un invaso da 30 milioni di metri cubi.

@RIPRODUZIONE RISERVATA