TODAY
2 SETTEMBRE
Oggi, ma nel 1980, a Roma, nel quartiere di Monteverde, in via Giovanni de Romanis, alle 21, due sicari in vespa, del gruppo di fuoco cittadino dei nuclei armati rivoluzionari, formazione terroristica di estrema destra, assassinavano, per errore, con 6 colpi di P38, al posto del cronista Michele Concina, Maurizio Di Leo, tipografo titolista del quotidiano “Il Messaggero”. Il malcapitato, originario di Andria, in provincia di Bari, di 34 anni, assunto 11 anni prima dal giornale diretto da Vittorio Emiliani, era celibe e viveva con la madre in via Pasquale Revoltella. Aveva stile ed abbigliamento ben diversi da quelli del bersaglio originario.
L’omicidio (nella foto, particolare, il corpo senza vita del giovane operaio riverso in una pozza di sangue), messo in atto per punire la linea estremamente antifascista del giornale capitolino, fondato l’8 dicembre del 1878 da Luigi Cesana e Baldassare Avansini, rimarrà un delitto senza colpevoli assicurati alla giustizia. La sera stessa dell’omicidio i Nar rivendicavano l’agguato mortale, con un volantino recapitato in via dei Maroniti e comunicato alla sede centrale in via del Tritone. Il cronista che sarebbe dovuto cadere sotto il piombo dei neo fascisti, che in precedenza aveva lavorato per il settimanale “Panorama”, di Camillo Rognoni, era finito nel mirino per essersi occupato, con dovizia, di estremisti “neri” attivi nell’Urbe e non solo. Erano già pervenute minacce e Paolo Gambescia, responsabile della cronaca giudiziaria, aveva allertato i colleghi nel prestare attenzione. Nel tortuoso iter processuale, le prove che punteranno i riflettori della macchina giudiziaria verso Cristiano Fioravanti, fratello di “Giusva”, non saranno sufficienti.
La memoria di Di Leo, che era anche sindacalista Uil, verrà ricordata, a ridosso della cerimonia funebre, dal sindaco della Città eterna, Luigi Petroselli. Tra le ipotesi, che Emiliani sottolineerà, vi sarà quella dell’azione armata letale messa a punto dai Nar per “festeggiare” il trigesimo dell’attacco bombarolo alla stazione ferroviaria di Bologna, del 2 agosto di quel 1980, costato la vita a 85 vittime più 200 feriti. La triste sorte del poligrafico Di Leo, accoppato per sbaglio, scatenerà 3 ore di sciopero, dalle 15 alle 18, della carta stampata, il giorno successivo, il 3 settembre.