Il carabiniere Pier Paolo Minguzzi

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21 aprile

Oggi, ma nel 1987, ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, veniva ucciso mediante strangolamento Pier Paolo Minguzzi (nella foto, particolare, in divisa da carabiniere), originario proprio di Alfonsine, di 21 anni, studente universitario di Agraria e militare in servizio di leva nell'Arma di stanza nella caserma di Mesola, nel ferrarese. Aveva appena accompagnato la fidanzata a casa. Era contitolare dell'azienda di lavorazione e commercializzazione della frutta di famiglia ed era stato bloccato alla guida della sua Volkswagen Golf rossa mentre da via Borgo Fratti stava imboccando la statale Adriatica. Aveva trascorso l’intero pomeriggio e la sera del lunedì di Pasqua a Marina di Ravenna e al bowling a Imola.

Verosimilmente si era opposto al tentativo di rapimento e per questo era stato fatto fuori, anche perché era riuscito a togliere il cappuccio ad uno dei criminali. Il cadavere era stato gettato nel Po di Volano dopo essere stato incaprettato e zavorrato con una cancellata di ferro sradicata dalla stalla di un casolare abbandonato di Vaccolino, in quel di Ferrara. Il corpo riaffiorerà il primo maggio successivo. Il 22 aprile 1987 verrà chiesto, mediante telefonata a casa della vittima, il riscatto di 300 milioni di lire da una voce dall'accento siciliano. Somma che non verrà mai pagata proprio per il ritrovamento del cadavere.

Il 13 luglio successivo verranno fermati Angelo Del Dotto, di Ascoli Piceno, e Orazio Tasca, di Gela, rappresentanti della Benemerita in servizio nel circondario, insieme all'idraulico di Alfonsine Alfredo Tarroni, ritenuti responsabili dell'estorsione da 300 milioni ad un altro imprenditore della frutta della zona, Roberto Contarini. Ma l'inchiesta sull'omicidio Minguzzi verrà archiviata per mancanza di connessioni tra i tre indiziati e il giovane carabiniere ammazzato. Invece i tre verranno condannati per la vicenda Contarini. Il caso Minguzzi rimarrà un giallo senza colpevoli assicurati alla giustizia fino a quando non verrà ripescato dal dimenticatoio, il 21 giugno 2018, e Del Dotto, Tasca e Tarroni verranno nuovamente presi in considerazione come presunti autori del delitto.