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21 GIUGNO

Oggi, ma nel 1981, a Torino, scoppiava il caso del piccolo Milton Dell’Utri, di 4 anni, figlio adottivo di Armando Dell’Utri e Anna Arona. Il bambino, giunto da Alangasi, in Equador, insieme a tre fratellini, Hugo, Anna Karina e Maritza, era stato ricoverato, il giorno precedente, 20 giugno, nell’ospedale torinese Regina Margherita, per frattura al gomito destro e alle costole e lesioni varie, presumibilmente causate dai metodi educativi, ritenuti eccessivamente severi dai sanitari, utilizzati dai genitori adottivi. La Arona verrà arrestata, proprio per le violenze usate verso Milton.

Ne nascerà un caso mediatico di rilevanza nazionale (nella foto, Armando Dell’Utri insieme a tre dei quattro figli adottivi nell’immagine pubblicata dal quotidiano “Stampa Sera”, il 24 giugno 1981, dopo i tentativi di discolpa dell’uomo mediate conferenza stampa). Si poneva attenzione sulle difficoltà dopo le adozioni internazionali che diventavano sempre più articolate, ma frequenti nel Belpaese. Si contrapponevano anche le fatiche di adattamento affrontate dai bimbi verso il contesto urbano come quello della città sabauda per chi provenisse da una realtà geografica e sociale completamente differente. La donna, torinese, classe 1943, l’11 febbraio 1983, verrà condannata a 10 mesi di reclusione. Dell’Utri, anche lui del capoluogo piemontese, del 1937, verrà invece assolto, per insufficienza di prove.

La Arona verrà ritenuta colpevole di aver “maltrattato” Milton e verosimilmente gli altri figli, nel periodo dal luglio 1980 al 20 giugno 1981, come riportato dalla sentenza del tribunale della sesta sezione penale torinese, «per­cuotendoli e punendoli in modo disumano e cioè, lasciandoli senza cibo per diversi giorni, rinchiu­dendoli nel box della doccia oppure lasciandoli nel giardino di casa anche in stagione invernale ed in ore notturne, percuotendoli con schiaffi, colpi di battipanni, cinghiate, imponendo loro per castigo restrizioni alimentari, e facendoli vivere in stato di continua paura e tensione psicologica».