21 giugno

Oggi, ma nel 1998, a Monza, nel settore B del reparto di rianimazione dell’ospedale San Gerardo, Ezio Forzatti, ingegnere nucleare di 49 anni, insegnante di elettrotecnica all’Ispsia di Gorgonzola, staccava il respiratore alla moglie Elena Moroni, di 46, maestra elementare nel quartiere monzese di San Donato, in coma “permanente” dal giorno precedente, per emorragia cerebrale da piastrinopenia, uccidendola per non farla soffrire più. Poi si consegnava agli agenti di Polizia. Per accedere nel nosocomio e allontanare la dottoressa Valeria Vitullo, di turno alle 6.40, aveva impugnato una pistola calibro 7.65 scarica (nella foto, particolare, il pezzo di Paolo Colonnello sul quotidiano torinese "La Stampa", del 22 giugno di quel 1998).
Moglie e marito si erano conosciuti al liceo ed erano sposati da quasi 25 anni e non avevano figli. Lei era stata operata alla testa proprio per via della malattia che distrugge le piastrine, trombocitopenia. Il "killer", il 24 aprile 2002, in appello, verrà assolto con formula “il fatto non sussiste”: la donna era di fatto già morta dal punto di vista cerebrale quando il coniuge -secondo i favorevoli, un vero e proprio angelo nell’ultimo atto d’amore verso l’amata, stando ai detrattori, invece, un uxoricida che abbia agito con troppa fretta- era intervenuto sul macchinario per l’ossigeno. Mentre in primo grado era stato condannato a 6 anni di reclusione. La sentenza di secondo grado destava enorme scalpore, soprattutto nel contesto degli esperti di bioetica. Il rischio era che un simile precedente potesse incoraggiare gesti analoghi di presunta eutanasia.
La Moroni, infatti, prima d'essere colpita dall'emorragia cerebrale e di entrare in coma non aveva sottoscritto alcun testamento biologico volto a rifiutare l’accanimento terapeutico. Dunque mancava il consenso preventivo. Anche se l’uomo sosterrà che con la compagna di vita fossero in accordo su tale procedura da adottare. Tuttavia quando Forzatti metteva a segno il suo estremo gesto di pietà, lo stato comatoso era cominciato da poco. Non presenzierà al funerale, nella chiesa dei santi Giacomo e Donato, il 27 giugno successivo, per precauzione, seguendo il suggerimento del legale Claudio Zerbini.