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22 Febbraio

Oggi, ma nel 1917, a Zurigo, approfittando del Carnevale, il gruppo messo insieme dal servizio di controspionaggio della regia Marina militare tentava l'assalto alla sede del consolato austriaco in Svizzera, al civico 69 di Bahnhofstrasse, per forzare la cassaforte nell'ufficio del console asburgico Rudolph Mayer contenente, tra l'altro, l'elenco delle spie austro-ungariche in Italia. Il colpo però non riusciva per l'impossibilità di aprire la diciassettesima porta prima di arrivare al forziere. Verrà ritentato e messo a segno nella notte del 24 febbraio, sabato grasso. Il commando era sotto la direzione del capitano di vascello Marino Laureati da Roma e del tenente di vascello Pompeo Aloisi da Berna. Gli operativi erano stati scelti fuori dai ranghi della Marina ed erano: Livio Bini, avvocato di Livorno; Salvatore Bonnes e Ugo Cappelletti, ingegneri di Trieste; Stenos Tanzini, marinaio di Lodi come unico collegamento col vertice del servizio informazioni della Marina; Remigio Bronzin, meccanico ed esperto di chiavi e serrature di Trieste; Natale Papini, scassinatore di Livorno tirato fuori dal carcere per l'occasione. Il bottino frutterà, tra l'altro, i codici per decifrare i messaggi, 650 sterline d'oro e 875mila franchi svizzeri, il piano per affondare la corazzata Giulio Cesare a La Spezia (che quindi verrà sventato), le relazioni degli affondamenti della Benedetto Brin, a Brindisi, il 27 settembre 1915 (454 morti, 21 ufficiali e 433 tra marinai e sottufficiali) e della Leonardo da Vinci, il 2 agosto 1916, a Taranto (270 vittime, 21 ufficiali e 249 marinai). Nel 1951, l'impresa verrà raccontata sul grande schermo nel film in bianco e nero Senza bandiera (nella foto, particolare della locandina) del regista Lionello De Felice su soggetto di Luigi Freddi.

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