TODAY

22 MAGGIO

Oggi, ma nel 1921, a Santa Giustina, frazione di Rimini, i fascisti bolognesi della squadra detta "La volante", guidata da Giuseppe Ambrosi, uccidevano Ferdinando Samuelli Amati, di 40 anni, Pierino Vannoni, di 18, e Salvatore Sarti, di 42, tutti e tre lavoratori della terra che erano in quel luogo per partecipare alla funzione religiosa domenicale, dopo aver concluso alcune vendite di grano.

Presumibilmente era la vendetta per l’assassinio del fascista Luigi Platania, di 31 anni, mutilato e pluridecorato della grande guerra, ex anarchico poi divenuto squadrista in orbace e fondatore del fascio riminese nel 1919. Platania era stato fatto fuori, il 19 maggio precedente, nella stazione ferroviaria di Rimini, dove lavorava come guardasala, verosimilmente da Carlo Ciavatti, riminese, di 28 anni, straccivendolo, detto “il monco” perché senza la mano destra, anarchico individualista.

In prima battuta era stato incolpato Guerrino Amati, di 24 anni, esiliato a San Marino, che, il 27 giugno 1920, aveva aperto il fuoco e ferito il commissario di Pubblica sicurezza di Rimini, Pio Maldura. Il 14 novembre 1924 Ciavatti, reo confesso, verrà condannato a 20 anni di carcere, ma ne trascorrerà in cella solo 14, poi beneficerà dell’amnistia.

Secondo una delle piste più percorribili, in realtà il delitto Platania non sarebbe stato compiuto per motivi politici, ma personali. Ciavatti, infatti, sarebbe stato tradito da Platania, col quale aveva sottratto una cassaforte contenente valori di un certo rilievo, agli anarchici durante la settimana rossa riminese, dal 7 al 14 giugno 1914.

Quel 22 maggio 1921 le camice nere della "Volante" di Ambrosi (nella foto, particolare, la speciale vettura di colore rosso scuro che dava il nome al gruppo, allestita con la mitragliatrice per sparare sulla folla e scappare) avevano scelto Santa Giustina per scaricare piombo all’impazzata e seminare terrore contro i socialisti, ma anche verso semplici contadini radunati in preparazione del Corpus Domini.

Dopo Santa Giustina, nella notte, gli stessi fascisti metteranno sotto scacco anche Sant’Agata Bolognese, minacciando il sindacalista e consigliere municipale socialista Adriano Guiduzzi e ferendo la madre, Agata Pizzi, che passerà a miglior vita, il 26 maggio successivo, a causa delle ferite riportate. Il clima era stato già infuocato dalle elezioni politiche del 15 maggio precedente, indette per il rinnovo dei componenti della Camera dei deputati, che avevano fatto conteggiare 38 morti solo nel giorno di apertura delle urne. Confronto elettorale che si era concluso con il 24,7 per cento di preferenze accordate al Psi, rispetto al 20,4 andato al Partito popolare e il 19,7 toccato ai fascisti inseriti nel Blocco nazionale.