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22 settembre

Oggi, ma nel 1968, a Genova, si verificava il presunto ultimo caso di ⁠bilocazione, ovvero la possibilità di essere fisicamente presente contemporaneamente in due posti differenti, di Padre Pio, futuro santo, dal 16 giugno 2002. Il caso si sarebbe manifestato proprio nel pomeriggio precedente il giorno della sua morte, che avverrà il 23 settembre di quel 1968, a San Giovanni Rotondo, in quel di Foggia. Francesco Forgione, frate minore cappuccino universalmente noto come Padre Pio, originario di Pietrelcina, in provincia di Benevento, classe 1887, sarebbe verosimilmente andato a salutare il confratello Giovanni Bonzi, chiamato Padre Umile, francescano genovese del 1898, fondatore, nel 1946, del Sorriso francescano, istituto a sostegno dell’infanzia e della gioventù in stato di necessità, che era infortunato per una caduta avvenuta il 29 agosto precedente.

Secondo la testimonianza dello stesso religioso della Città della lanterna, alle 16.30 del 22 settembre 1968, suor Ludovica che lo assisteva, avvicinatasi nella sua stanza per portargli una tazza di tè, nell’entrare, avvertiva un forte profumo di fiori e domandando spiegazione a Padre Umile, quest’ultimo rispondeva che Padre Pio fosse venuto a salutarlo per l’addio. Tra i casi di bilocazione annoverati nella controversa biografia del santo con le stimmate vi era quello verificatosi nella notte tra il 27 ed il 28 febbraio 1947, secondo il quale, presumibilmente, si sarebbe spostato fino a Diamante, in quel di Cosenza, per portare sollievo al moribondo Ernesto Magurno, che poi era guarito. Anche quella visita di Padre Pio sarebbe stata accompagnata da un intenso profumo di viole.

Il primo caso di bilocazione, invece, si sarebbe verificato, presumibilmente, il 18 gennaio 1905, ad Udine. Sarebbe avvenuto nel palazzo di Giovanni Battista Rizzani, che era a letto malato, assistito dalla moglie Leonilde Serrao, che era gravida e aspettava una bambina, Giovanna Rizzani, nata proprio durante la visita di Padre Pio, che in quel periodo si trovava nel convento di Sant’Elia a Pianisi, in quel di Campobasso, e mentre il marito spirava.

I casi di persone che sostenevano di aver verosimilmente visto Padre Pio recare loro visita per alleviare le sofferenze risultavano molteplici, alcuni dotati di maggiore credibilità, altri meno, sempre ritenendo che il dono della bilocazione di Padre Pio (nella foto, particolare del mosaico realizzato in oro dal padre gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik, a San Giovanni Rotondo, raffigurante il caso di bilocazione di Padre Pio che aiutava a celebrare la messa in carcere al primate d’Ungheria, il cardinale József Mindszenty, imprigionato dal regime comunista, per 8 anni, dal 26 dicembre 1948, come cospiratore contro il governo) sia stato un fenomeno, benché fuori dall’ordinario, giudicato attendibile non solo da parte della Chiesa.

Tra i più celebri casi di bilocazione riguardanti Padre Pio il più curioso rimaneva quello del generale Luigi Cadorna, ex comandante supremo dell’esercito italiano. Cadorna era stato sostituito dal pari grado Armando Diaz dopo la disfatta di Caporetto. Cadorna aveva sostenuto di essere stato rassicurato da Padre Pio in persona, il 9 novembre 1917, a Treviso, mentre si trovava nel suo alloggiamento a Palazzo Zara, mentre era affranto per le critiche ricevute e per le perdite umane e per questo sarebbe stato intenzionato anche a suicidarsi. Padre Pio, in realtà quel giorno era degente, poiché malato di tisi, nell’ospedale militare di Napoli.