23 dicembre

Oggi, ma nel 1995, nella frazione Palma di Trapani, davanti alla casa del suocero, veniva freddato, con tre colpi di lupara, Giuseppe "Pino" Montalto, trapanese di 30 anni, agente scelto del Corpo di polizia penitenziaria in servizio nella nona sezione, quella di massima sicurezza, del supercarcere palermitano dell’Ucciardone. Veniva ucciso come avvertimento da parte del vertice di Cosa nostra verso lo Stato per reclamare il "giusto" trattamento dei detenuti mafiosi in regime duro di 41 bis del regolamento carcerario. I sicari risparmiavano la moglie Liliana Riccobene, incinta della secondogenita Ilenia, e la figlioletta Federica, di 10 mesi, che erano nella Fiat Tipo.
Quale esecutore materiale dell’omicidio verrà condannato all’ergastolo Vito Mazzara, capo della famiglia malavitosa di Valderice nonché agonista di tiro al volo di livello nazionale, incastrato dalle rivelazioni in qualità di collaboratore di giustizia di Francesco Milazzo, a sua volta capo della famiglia criminale di Paceco, che lo accompagnava nel mettere a segno il delitto e che verrà arrestato il 20 giugno 1997. Esecuzione commissionata dai boss Matteo Messina Denaro, Vincenzo Virga e Nicolò Di Trapani. Che a loro volta verranno condannati all’ergastolo. Montalto (nella foto, particolare), che aveva pure operato per cinque anni alle Vallette di Torino, per l’estremo sacrificio verrà insignito della medaglia d’oro al merito civile, alla memoria.
Sempre stando alle dichiarazioni che rilascerà Milazzo, Montalto veniva fatto fuori - su precisa richiesta di Nino Madonia, pel tramite di Totò Riina, che aveva da fare il regalo di Natale a dei “picciotti” finiti dietro le sbarre - perché aveva intercettato e sequestrato, durante l’ultima perquisizione straordinaria, un pizzino fatto arrivare dall’esterno del reclusorio ai notabili Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano. In sostanza Giuseppe, che non voleva essere un eroe, come sottolineerà più volte pubblicamente la consorte Liliana che dedicherà molte energie alla diffusione della cultura della legalità, ma che ci teneva molto a far bene il suo lavoro, aveva rifiutato lo scomodo ruolo del “postino”, tra l’esterno e l’interno della struttura.
Cerniera fondamentale per consentire ai grandi calibri delle cosche di continuare a dettare ordini anche da dietro le sbarre. In ricordo di Montalto verrà intitolata la casa circondariale di Alba, in quel di Cuneo. Il 27 dicembre 2017 la scultura commemorativa di Giuseppe Montalto, realizzata da Nadia Brucia, verrà inaugurata nell’atrio dell’istituto di pena di San Giuliano, "Pietro Cerulli" di Trapani, alla presenza della vedova.

