Today

23 settembre

22 Settembre 2025

Oggi, ma nel 1990, ad Alcabideche di Cascais, in Portogallo, sul circuito “Fernanda Pires da Silva” dell’Estoril, si consumava il duello senza precedenti tra i ferraristi Nigel Mansell, di 37 anni, britannico e in pista con la monoposto contrassegnata dal numero 2, e Alain Prost, di 35, francese, prima guida sulla F 641 F1. Quest'ultimo, già tre volte campione del mondo -nell’85, nell’86 e nell‘89- era in corsa per il quarto titolo mondiale piloti, appunto quello del ’90, ma finiva, contro ogni pronostico, alle spalle del brasiliano Ayrton Senna, di 30, della McLaren-Honda su MP4/5B. L’attrito si verificava soprattutto per la presunta imprecisione nell’impartire ordini di scuderia del direttore sportivo della Rossa di Maranello Cesare Fiorio. La competizione terminava con Mansell sul gradino più alto del podio e Prost su quello più basso. Con Senna in seconda piazza (nella foto, particolare, le tre monoposto allineate verso la bandiera a scacchi). Stiamo parlando di tre driver considerati dagli addetti ai lavori tra i migliori della storia della massima divisione automobilistica. La conduzione di Mansell, sull’altra F 641 F1, penalizzava il transalpino che chiudeva con 60 punti rispetto al “Beco” che conduceva la classifica iridata con 78. E che, il 4 novembre successivo, avrebbe fatto suo l’edizione numero 41 del campionato del mondo per la seconda volta, dopo aver incassato quello dell’88. Al termine dei 61 giri -con interruzione proprio al 61° per incidente- da 265,350 metri ciascuno, pari a 4,350 chilometri complessivamente, “Le Professeur” chiederà conto della condotta del “Leone d’Inghilterra” ai vertici del team del Cavallino rampante convocando anche la conferenza stampa chiarificatrice. L’episodio destava enorme clamore mediatico a livello internazionale non solo nel Circus. Il baffo di Upton-upon-Severn, accusato ferocemente da Prost per la catastrofica partenza, minacciava di riconsiderare la sua posizione per l’anno agonistico successivo. E infatti nel ’91 tornerà alla Williams, dov’era stato dall’85 all’88, e con la congrega di Sir Frank, l’8 novembre ’92, saprà meritare il mondiale. Ma sotto la lente d’ingrandimento del puntiglioso alfiere di Lorette finiva anche la gestione della squadra, sia per il cambio di gomme -a suo dire- eccessivamente lento, che per il comportamento del già menzionato Fiorio. Addirittura Prost arriverà ad esternare che il sodalizio del Drake non meritasse di agguantare il mondiale.