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24 Giugno

Oggi, ma nel 1928, l'aviatore svedese e ufficiale dell'aeronautica di Svezia Einar Lundborg, classe 1896, nato a Calcutta, in India, dopo aver portato in salvo il generale del Genio della regia aeronautica italiana Umberto Nobile e la mascotte dell'impresa, la cagnetta Titina (insieme a Lundborg, nella foto, davanti ai rottami del Fokker di emergenza) tornava indietro col suo aereo per salvare il resto dell'equipaggio del dirigibile Italia, della spedizione polare, che era stato individuato con la tenda rossa dal pilota italiano Umberto Maddalena a nord dello Spitsbergen, dopo l'incidente del 25 maggio precedente, ma nell'atterraggio, dopo 6 ore di volo, andando lungo sulla banchisa per il vento e per l'eccessiva sicurezza nella manovra, si ribaltava (nella foto) e restava anch'egli prigioniero dei ghiacci artici. Verrà salvato da una successiva spedizione di soccorso. Per l'impresa compiuta, benchè sfortunata, ma comunque ardita, verrà promosso al grado di capitano della Svenska flygvapnet. L'ingegner Nobile e gli altri componenti superstiti verranno recuperati il 12 luglio successivo dal rompighiaccio russo Krasin. Il dirigibile Italia aveva lasciato l'avio-superficie di Ciampino di Roma, il 19 marzo 1928, per partire poi, il 15 aprile successivo, dall'hangar di Baggio di Milano. Il successivo 25 maggio, dopo aver raggiunto il Polo nord, il mezzo uscito dalle officine dello Stabilimento costruzioni aeronautiche capitoline, era precipitato sul pack, perdendo parte della navicella di comando con 10 componenti dell'equipaggio, mentre altri 6 erano rimasti intrappolati all'interno dell'involucro che era andato disperso con il suo carico umano. Dei 6 uomini e del dirigibile, che nelle intenzioni di Nobile avrebbe dovuto porre in essere con la sua missione il seguito naturale della trasvolata polare artica da lui compiuta, il 12 maggio 1926, con il dirigibile Norge- non si saprà più nulla. La tragedia dell'Italia, comunque, oltre a trascinarsi dietro infinite polemiche per il costo economico ed umano dell'impresa di fatto non riuscita come da piani iniziali, porrà fine all'impiego operativo e allo sviluppo tecnico dei dirigibili militari italiani, sia per scopi bellici che scientifici.

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