Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, uccisi da un sicario della ndrangheta il 24 maggio 1991

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24 maggio

Oggi, ma nel 1991, a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, in contrada Miraglia della zona di Sambiase, un sicario della ndrangheta, che non verrà mai individuato, uccideva, con 22 colpi di mitra calibro 7,62, la versione statunitense del Kalashnikov in dotazione alla Nato, i netturbini Francesco Tramonte, di 39 anni, e Pasquale Cristiano, di 28 (nella foto, a sinistra, accanto a Tramonte, a destra), dipendenti comunali. Le due vittime erano a svolgere il turno notturno con Eugenio Bonaddio, di 36, dipendente Sepi, di Serafino Piacente, la ditta privata incaricata, da 60 giorni, della raccolta dei rifiuti per conto dell'amministrazione municipale. Bonaddio, che guidava il camion compattatore, riusciva a salvarsi fuggendo a piedi, nonostante le ferite riportate.

Il 15 maggio precedente il Comune aveva messo a punto la documentazione per appaltare il servizio di raccolta dell'immondizia cittadina. Cristiano, che soffriva di crisi epilettiche, era stato destinato ai turni diurni spazzando le strade per via del suo problema di salute e la notte della mattanza aveva accettato, solo per quell'occasione, di andare di notte per sostituire un collega indisposto. Agostino Isabella, considerato presumibilmente vicino ad ambienti malavitosi, verrà assolto per non aver commesso il fatto e, il 18 luglio 1996, la sentenza diverrà definitiva così per la morte di Tramonte e Cristiano non ci sarà nessun colpevole assicurato alla giustizia.

La criminalità organizzata, all'interno della quale imperversavano vere e proprie battaglie tra cosche rivali in lotta per la supremazia e la detenzione del potere, aveva pianificato ed eseguito l'agguato contro gli operatori ecologici, che erano incensurati e che non avevano alcun tipo di coinvolgimento con i cosiddetti poteri forti, per lanciare un segnale preciso ai vertici di Palazzo di città, sul cui scranno più alto sedeva il sindaco democristiano Franco Anastasio, alla guida di una giunta composta da esponenti Dc e Psi, e far capire che il controllo della gestione dei rifiuti, un affare da 2 miliardi l'anno, spettasse alla malavita locale.

Il 30 settembre 1991 il consiglio comunale di Lamezia terme, che era stato rinnovato nelle votazioni del 13 maggio precedente, verrà sciolto per infiltrazione mafiosa con decreto del presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga. Sette consiglieri comunali e quattro componenti della giunta risulteranno legati, a vario titolo, con ambienti non leciti. Il 17 settembre 2006 Maria Tramonte, figlia di Francesco, sposerà Antonio Cristiano, fratello di Pasquale, e dalla loro unione nascerà Francesca Cristiano, come riporterà il Quotidiano del sud, dell'11 maggio 2016, nell'articolo scritto da Luciana De Luca intitolato "Uniti nella morte e dopo nella vita".

Il duplice omicidio verrà ricostruito nelle pagine del volume Vittime dell'oblio di Mario De Grazia, pubblicato nel 2009, da Luigi Pellegrini editore di Cosenza. In occasione del trentennale Libera Catanzaro ricorderà l'avvenimento del 24 maggio 1991 con la celebrazione della messa, alle 8, nella chiesa della natività della Beata Vergine Maria di piazza Roma, e dopo la funzione religiosa con la deposizione di fiori accanto alla lapide commemorativa posta nel luogo dell'assalto mortale.