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24 Marzo

Oggi, ma nel 1999, tra Chamonix e Courmayeur, all'interno del traforo del Monte Bianco, l'incendio sviluppatosi dal camion Volvo FH12, guidato dal belga Gilbert Degrave, entrato dal versante francese e diretto verso quello italiano, carico di farina di frumento e di margarina, uccideva 39 persone, delle quali 13 italiane. Di queste ultime sei erano valdostane. E tra loro c'era anche Pierlucio Tinazzi, detto Spadino, per la bassa statura, di 34 anni, di Courmayeur, motociclista addetto alla sicurezza della società del traforo del lato italiano, che moriva asfissiato presumibilmente dopo il quinto viaggio nel tunnel e ipoteticamente dopo aver tratto in salvo 10 automobilisti. Il 2 giugno 2000, in occasione della festa della Repubblica, verrà comunque insignito della medaglia d'oro al valor civile alla memoria dal Quirinale. Nel rogo, durato 53 ore prima di essere domato dai pompieri italiani e francesi, la temperatura era arrivata a mille gradi centigradi. Nella combustione, la schiuma di poliuretano della coibentazione del tir (nella foto, dopo lo spegnimento dell'incendio), lasciato da Degrave nella corsia di marcia e non in quella di emergenza, per impossibilità tecnica di spostare il mezzo pesante in fiamme, per effetto forno sprigionava acido di cianuro, che sarà la principale causa dei decessi. L'evento incendiario era il peggiore incidente mai verificatosi nel traforo in 33 anni di attività. Il tunnel riaprirà alla circolazione dopo l'intervento di manutenzione straordinaria, ma inizialmente solo per il traffico delle auto, il 9 marzo 2002. L'incendio porterà modifiche, sia alla struttura della galleria, sia alle disposizioni sulla sicurezza. Il 27 luglio 2005, il tribunale francese di Bonneville, in Alta Savoia, condannerà a 24 mesi di carcere -e saranno le pene più pesanti- i rappresentanti apicali delle due società di gestione del traforo: Gerard Roncoli, Remy Chardon, Christian Basset, per la Francia, e Michele Tropiano, per l'Italia.

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