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24 SETTEMBRE

Oggi, ma nel 1960, in tutta Italia, raggiungeva la vetta della classifica musicale il brano “Il nostro concerto”, del cantautore di Bogliasco di Genova Umberto Bindi, di 28 anni, che diverrà uno dei più importanti esponenti della scuola musicale genovese, insieme con artisti del calibro di Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Fabrizio De Andrè, prima delle grandi difficoltà che gli sbarreranno la strada per il suo essere omosessuale.

Il pezzo rimaneva in cima alla hit parade per 10 settimane consecutive chiudendo la lista annuale in seconda posizione, dietro a “Il cielo in una stanza”, di Anna Maria Mazzini “Mina”, canzone prima in assoluto. E vedendosela con tormentoni come: “Marina”, di Rocco Granata; “Romantica”, di Tony Dallara, vincitrice della decima edizione del Festival di Sanremo, il 30 gennaio precedente; “Impazzivo per te”, di Adriano Celentano.

E persino con cult come “Eri piccola così”, di Fred Buscaglione, che da due anni continuava ad essere nelle selezioni radiofoniche. Il singolo di Bindi (nella foto, particolare, intento ad ascoltare musica) era stato pubblicato dall’etichetta discografica milanese Ricordi, su disco in vinile da 45 giri. Era stato scritto dallo stesso Bindi insieme al paroliere Giorgio Calabrese, detto “Screwball”, anche lui della città della Lanterna. Rinnovava profondamente la musica leggera italiana del tempo.

L’esordio di Bindi era datato 1956, ma con “Il nostro concerto”, che metteva in evidenza anche la preparazione tecnica dell’autore, con 70 secondi d’introduzione strumentale prima delle parole, veniva consacrata la sua bravura.

Gli aprirà le porte del Festival di Sanremo, al quale parteciperà, da esordiente, nell’anno successivo, edizione numero undici, dal 26 gennaio al 6 febbraio 1961. Ma il vistoso anello all’anulare della mano sinistra col quale si presenterà sul palco del Casinò per intonare “Non mi dire chi sei” attirerà universalmente i sospetti sulla sua tendenza sessuale -«volevano solo sapere se fossi frocio, a nessuno importava più delle mie canzoni», rivelerà a Maurizio Costanzo- e ciò causerà la stroncatura da parte di un Belpaese impreparato a questa ipotesi, ostracismo che durerà fino a quando, il 2 dicembre 1988, in una puntata proprio del Maurizio Costanzo Show, il melodista Bindi dichiarerà il suo essere “una cicala”, ovvero un cantante gay, mettendo a segno, su Canale 5, quello che verrà ritenuto dagli esperti di tv il primo coming out della televisione tricolore.