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25 dicembre

Oggi, ma nel 1911, a Tripoli, in Libia, venivano distribuiti agli equipaggi delle forze navali riunite cartoncini, editi dalla Rivista marittima della regia Marina militare italiana, con l’ode Notte di Natale (nella foto, particolare del frontespizio).

Era stata scritta da Giovanni Pascoli ed era dedicata ai marinai e ai soldati italiani che combattevano in Tripolitania, dal 29 settembre precedente. L'iniziativa era stata messa a punto, «perché nel Natale che trascorrono in guerra, giunga loro con la voce del poeta d’Italia, la parola buona della Patria lontana», dal direttore della Rivista marittima, il contrammiraglio Francesco Roberto Mazzinghi. L'alto ufficiale era dal 1910 il primo comandante generale del corpo delle capitanerie di porto, fondato nel 1865 inizialmente alle dipendenze del regio Esercito.

Questo era il testo del componimento pascoliano: «Sopra la terra le squille suonano il mattutino. Passa una nuvola candida e sola. L'Italia! L'Italia che vola! che passa in alto con tutte l'anime nostre com'una sola grande anima! Dice: - Là, io trascorra la notte di Dio! Là non le squille suonano a gloria; non le zampogne querule cantano la pastorale che suscita un battere d'ale, non lumi a festa per tutto brillano come se a cena tutti il lor angiolo ci abbiano, biondo, dei tanti discesi sul mondo, non arde il ceppo che s'apre e crepita quando col bimbo viene la Vergine, ch'entra e soave, ciò che le fu detto, dice: Ave! Là balenare d'armi, là subite luci, là rotte grida, là murmuri come da tombe, là squilli improvvisi di trombe. Sì. Ma più sacra m'è quella tenebra, tra palme e ulivi, sotto le nomadi tende. Là, sento, si veglia aspettando l'avvento! Là, tutto è santo! Vegliano, credono, attenti al cielo, pronti a rispondere alla sua voce! Là, sono anche i martiri in croce...».

Verrà raccolto nel volume Poesie varie, curato dalla sorella Maria, edito nel 1912, da Zanichelli di Bologna, a ridosso della morte del poeta, datata 6 aprile di quell'anno. La poesia natalizia di Pascoli faceva seguito al suo intervento, ritenuto socialista e nazionalista, intitolato La grande proletaria si è mossa. Discorso tenuto a Barga per i nostri morti e feriti, edito sempre dalla casa editrice bolognese Zanichelli, nello stesso finire del 1911, e già pubblicato sul quotidiano "La Tribuna", del 27 novembre precedente. Il conflitto italo-turco si chiuderà, il 18