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25 Febbraio

Oggi, ma nel 1997, a Palermo, in ospedale, il direttore del servizio di igiene dell'azienda sanitaria locale numero 13 di Agrigento, Giulio Giuseppe Castellino (nella foto, proprio nella struttura sanitaria, con il camice), di 53 anni, moriva tra le braccia del fratello, anche lui medico, Angelo Romeo, dopo l'agguato mafioso avvenuto il 12 febbraio precedente, in contrada Mosella, a Palma di Montechiaro, in quel di Agrigento, luogo d'origine della vittima, mentre era a bordo della sua Innocenti Koral azzurra, diretto ad Agrigento. L'omicidio dell'ex ufficiale sanitario comunale di Palma di Montechiaro avveniva in stile cosa nostra, con tre colpi di lupara caricata a pallettoni sparati alla testa da distanza ravvicinata. Castellino era riuscito ad arrivare al Pronto soccorso da solo, ma poi era entrato in coma e non si era più ripreso. Nei mesi precedenti aveva ricevuto minacce, ma non aveva ceduto. Non ci saranno colpevoli assicurati alla giustizia e il delitto rimarrà irrisolto. Il presunto movente era l'ordine di chiusura del mercato ortofrutticolo agrigentino dato dal sanitario a causa dell'eccessivo livello di sporcizia. Ma avevano contribuito anche la non concessione di licenze per attività commerciali di generi alimentari, riconducibili ad appartenenti alla criminalità organizzata della zona, negate sempre per motivi igienici.

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