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25 gennaio

Oggi, ma nel 1869, a Moncalieri, in provincia di Torino, dal regio osservatorio astronomico, padre Francesco Denza, il direttore della specola, osservava il passaggio del bolide, ovvero la meteora di elevata luminosità, che lo stesso religioso barnabita, fisico, matematico, astronomo, meteorologo, già maestro di roccia nelle ascensioni giovanili nelle Alpi valdostane di Luigi Amedeo di Savoia Aosta, futuro duca degli Abruzzi, aveva preannunciato, l’8 novembre 1869, al giornale “Conte Cavour”, organo ufficiale per gli atti giudiziari e amministrativi della provincia torinese.

L’avviso, che giungeva durante il governo presieduto da Federico Luigi Menabrea, ingegnere particolarmente attento al panorama scientifico del Paese, era stato riportato nella Gazzetta ufficiale del regno d’Italia, numero 309, del 12 novembre precedente, con sede a Firenze, capitale d'Italia dal 3 febbraio 1865. Questo annuncio aveva incuriosito tutti gli appassionati di fenomeni astronomici dello Stivale. La vicenda verrà raccontata anche da Pietro Calderini, nelle 17 pagine del volumetto intitolato “Il bolide del 25 gennaio 1869 e certi suoi strani effetti”, pubblicato dalla tipografia Colleoni, nello stesso anno, a Varallo Sesia, in quel di Vercelli.

Padre Denza, originario di Napoli, classe 1834, ritenuto tra i pionieri della meteorologia tricolore, fondatore, nel 1859, dell’osservatorio piemontese e fautore della Società meteorologica italiana, aveva avuto indicazioni precise sul transito del bolide del 25 gennaio 1869. A fornirgli i riferimenti essenziali era stato il più noto collega Urbain Le Verrier, a capo dell’osservatorio astronomico imperiale di Parigi, che passerà alla storia per il contributo fornito alla scoperta di Nettuno. L’avviso pubblico di padre Denza costituiva, nel Belpaese di fresca unificazione, il primo caso di previsione certa di un fenomeno riguardante la sfera celeste avente grande approssimazione di certezza. Costituiva un passo in avanti non indifferente per la comunità scientifica nazionale.