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25 GENNAIO

Oggi, ma nel 1820, a Firenze, in piazza Santa Trinità, in palazzo Buondelmonti, veniva inaugurato il Gabinetto scientifico letterario Vieusseux, fondato dal banchiere, editore e mercante originario di Oneglia, ma con radici ginevrine Giovan Pietro Vieusseux, classe 1779. Era un punto di lettura, su abbonamento, dei giornali e periodici provenienti da tutta Europa, soprattutto francesi, tedeschi inglesi e ovviamente italiani e, dal 1822, con biblioteca annessa con funzione di prestito dei libri e punto d’incontro per esponenti del mondo culturale e politico non solo locale.

L’istituzione, che nasceva dalle esperienze maturate dal fondatore in 20 anni di peregrinazioni nel vecchio continente per i commerci, era diretta dallo stesso Vieusseux, che rimarrà alla guida fino al 1863, quando morirà il 28 aprile, per poi passare l’incarico al figlio Eugenio, che lo manterrà fino al 1892. Tra le riviste più importanti fondate da Gian Pietro Vieusseux vi sarà “Antologia”, del 1821, mensile di genere letterario creato con Gino Capponi che reggerà fino al 1833 e poi verrà idealmente continuato, sempre nella città gigliata, il 31 gennaio 1866, dalla “Nuova Antologia”, di Francesco Protonotari, professore di Economia politica nell’università di Pisa, stampata dai successori di Felice Le Monnier.

Tra gli eventi più importanti vi sarà l’incontro, il 3 settembre 1827, proprio nella prima sede storica, tra Giacomo Leopardi, di 29 anni, ed Alessandro Manzoni, di 42, giunto per risciacquare i panni in Arno, ovvero rivedere stilisticamente 71 pagine della prima edizione dei “Promessi sposi”, la ventisettana, in vista della definitiva del 1840 e poi ancora del 1842. Il poeta recanatese, che in quel periodo lavorava per l’editore con base a Milano Antonio Fortunato Stella alla “Crestomazia italiana”, ovvero la raccolta antologica di prosatori italiani dal ‘300 al ‘700, che uscirà proprio in quel 1827, era scortato dal cugino Terenzio Mamiani. Leopardi ne aveva poi scritto al padre, il conte Monaldo, l’8 settembre 1827.