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25 GIUGNO

Oggi, ma nel 1922, a Parigi, partiva la sedicesima edizione del Tour de France di ciclismo. Si snoderà in 15 tappe, con arrivo previsto nella capitale transalpina il 23 luglio, dopo 5372 chilometri trascorsi in sella da parte dei 120 iscritti.

Taglierà il traguardo il belga Firmin Lambot, detto “Il fortunato”, di Florennes, del 1886, iscritto come atleta individuale, professionista dal 1908 al 1924, che aveva già trionfato nel 1919, in quella che era stata la Grande Boucle di ripresa dopo la sosta obbligatoria, dal 1915 al 1918, causata dal primo conflitto mondiale. Sarà la settima volta consecutiva di un belga a tagliare il traguardo per primo, record che rimarrà imbattuto negli annali della corsa gialla. Mai una nazione diversa dalla Francia riuscirà a fare meglio.

Lambot (nella foto, particolare, proprio Lambot, ancora con le mani sulla sua bici Peugeot, attorniato da avversari e pubblico al termine del Tour 1922, a Parigi) sarà anche il più vecchio vincitore, con 36 anni, 4 mesi e 9 giorni e il primato resterà invitto.

Nel Tour 1922, per il Belpaese il massimo risultato sarà dato dalla conquista della tappa del 19 luglio 1922, la numero 13, da Strasburgo a Metz, di 300 chilometri, da parte del torinese Federico Gay, classe 1896, della Bianchi, professionista dal 1920 al 1932. Fino ad allora nessun italiano era comunque riuscito ad aggiudicarsi la classifica generale della gara e bisognerà attendere ancora il 1924, quando ci penserà Ottavio Bottecchia.

“Botescià”, come era soprannominato, di San Martino di colle Umberto, del 1894, dell’Automoto, professionista dal 1922 al 1927, quando verrà assassinato, misteriosamente, il 15 giugno, a Gemona del Friuli, durante un allenamento, darà prova di tutta la sua abilità da fuoriclasse. Dopo essere giunto secondo, nel 1923, bisserà il successo nel 1925. Comunque, fino al 1922 erano stati altri quattro gli italici a primeggiare in una tappa del Tour, fondato nel 1903.

In ordine cronologico si era trattato di: Ernesto Azzini, che era stato il primo in assoluto, il 31 luglio 1910; Vincenzo Borgarello, di Cambiano, del 1884, del team Legnano, professionista dal 1910 al 1914, il 14 ed il 26 luglio 1912; Giovanni Micheletto, di Sacile, del 1889, del club Griffon-Continental, “pro” dal 1909 al 1914, il 29 giugno 1913; Luigi Lucotti, di Voghera, del 1893, della società sportiva Bianchi e poi dell’Ancora, professionista dal 1913 al 1926, che era stato capace di fare meglio, il 21 e il 22 luglio 1919 e poi il 10 luglio 1921.