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25 luglio

Oggi, ma nel 1917, a Parigi, veniva condannata a morte, per spionaggio, Mata Hari, ovvero “occhio del sole” in lingua malese, pseudonimo di Margaretha Geertruida Zelle, danzatrice e agente segreto olandese, originaria di Leeuwarden, classe 1876, che si fingeva proveniente dall’isola di Giava, in Indonesia, dove pure aveva vissuto da giovane. A presiedere la corte, composta da sei giudici militari, era il tenente colonnello Albert Ernest Somprou.

Era stata ritenuta colpevole di 8 capi d'imputazione: nel dicembre 1915 aveva cercato di ottenere informazioni riservate nella zona militare parigina a favore di una potenza nemica; si era procurata notizie riservate al console tedesco all'Aja Alfred von Kramer; nel maggio 1916 aveva avuto rapporti in Olanda con il console von Kramer; nel giugno 1916 aveva cercato di ottenere dati sensibili nella zona militare di Parigi; contestualmente aveva cercato di favorire le operazioni militari della Germania; nel dicembre 1916 aveva avuto contatti con l'addetto militare tedesco nell'ambasciata di Madrid Arnold von Kalle per fornirgli informazioni riservate; aveva rivelato al von Kalle il nome di un agente segreto inglese e la scoperta, realizzata da parte di tecnici francese, dell’esistenza di un tipo d’inchiostro simpatico tedesco; nel gennaio 1917 aveva avuto collegamenti con il nemico nella zona militare di Parigi.

Respinta la richiesta di grazia, inoltrata al presidente della Repubblica francese Raymond Poincaré, l'esecuzione (nella foto, l'istante prima della raffica fatale, sparata da 12 fanti del IV reggimento degli zuavi francesi) della pena capitale avverrà al poligono di tiro di Vincennes, nella Valle della Marna, il 15 ottobre successivo, mediante fucilazione frontale, senza le mani legate né benda agli occhi, come da sua richiesta, perché continuerà a professarsi innocente. L’avvenente corpo, che infinite volte, rimasto senza veli, era stato ammirato sui palcoscenici di mezzo mondo, e poi posseduto da una lunga schiera di alti ufficiali e uomini di potere a vario titolo, verrà dissezionato, studiato dagli specializzandi medici dell'istituto di medicina legale dell'ospedale municipale della capitale francese quindi cremato e le ceneri verranno disperse.

Nonostante verrà messa in circolazione la soffiata dell’avvenuta sepoltura in una fossa comune. Prima di essere stata la spia al femminile per antonomasia, a livello planetario, infatti, aveva incantato con le sue esibizioni in giro per il mondo e si era costruita una solida reputazione globale da mangiatrice di uomini d’alto rango. Alla fine del 1911 aveva raggiunto il vertice del riconoscimento artistico internazionale proprio nel Belpaese. Partecipando, al teatro alla Scala di Milano, prima alla rappresentazione dell'Armida, del compositore tedesco Christoph Gluck, opera tratta dalla Gerusalemme liberata di Torquato, recitando la parte del Piacere. E poi, dal 4 gennaio 1912, sempre nello stesso contesto, prendendo parte in cinque rappresentazioni del Bacco e Gambrinus, balletto di Giovanni Pratesi, altro suo storico amante, musicato da Romualdo Marenco, nel quale aveva interpretato il ruolo di Venere. Nel soggiorno meneghino la donna irresistibile era stata sistemata da Pratesi, che era sposato e abitava con la moglie in via Senato, che l’aveva alloggiata dal vicino di casa, Filippo Tommaso Marinetti, l’inventore del Futurismo, il cui manifesto era apparso sul quotidiano francese Le Figaro del 20 febbraio 1909. Ed anche per Marinetti, la stella della danza del ventre si era esibita, straordinariamente, proprio nel cenacolo ristretto di intellettuali accorsi nel salotto della sua abitazione di via Senato. E poi tra Mata Hari e Marinetti era scoppiata la scintilla amorosa.

Nell'estate 1913, inoltre, Mata Hari era stata in tournée in Italia, esibendosi a Roma, a Napoli e a Palermo, ma non nella consueta danza orientale, bensì quale gitana in les Folies Bergères, spettacolo derivante dall’omonimo music-hall parigino emblema della Belle epoque. Il 13 febbraio 1917 era stata arrestata nella sua camera dell'albergo parigino Elysée Palace quando ormai, il suo doppio gioco, in piena seconda guerra mondiale, era venuto alla luce del sole e la polizia francese aveva scoperto anche le ingenti somme di denaro da lei ricevute per i suoi servigi d'intelligence bellica e non solo.