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26 APRILE

Oggi, ma nel 1912, a Stampalia, isola dell’arcipelago del Dodecaneso greco, situata nel mare Egeo, avveniva l’occupazione militare italiana, espugnando il possedimento ottomano. La riconquista tricolore si verificava in seguito alla guerra italo-turca, iniziata il 29 settembre 1911 e che terminerà il 18 ottobre di quel 1912, con la vittoria del Belpaese. Per Stampalia era un ritorno all’italianità.

La Sublime porta, infatti, aveva ottenuto il possedimento nel 1537, strappandolo alla famiglia veneziana dei Querini, che aveva detenuto i 97 chilometri quadrati del territorio insulare per 3 secoli, a contare dal termine della IV crociata del 1204.

Ma andando ancora a ritroso, nel 301 dopo Cristo, Stampalia era stata sottomessa dall’impero romano. Insieme a Stampalia -che rimarrà amministrata da Roma fino al 16 novembre 1943, anche se la data ufficiale della detenzione del potere slitterà al 10 febbraio 1947, giorno della consegna alla Grecia secondo l’articolo 12 del trattato di pace di Parigi- il 12 maggio successivo, passeranno all’Italia le isole di Scarpanto, Caso, Piscopi, Nisiro, Calino, Lero, Patmo, Coo, Simi, Calchi. Poi il 16 maggio si aggiungerà anche Rodi.

Il generale Giovanni Ameglio, dal 5 maggio 1912 al 14 ottobre 1913, sarà il primo comandante italiano delle isole occupate dell’Egeo, con carica istituita dal IV governo presieduto da Giovanni Giolitti proprio per quella necessità (nella foto, particolare, ufficiali e sottoposti della regia Marina militare italiana, insieme ad osservatori locali, intenti a ricaricare le batterie costiere di difesa a Stampalia, nell’immagine tratta dal settimanale “l’Illustrazione italiana”, numero 3, del 19 gennaio 1913, dall’archivio storico De Agostini/Getty/Biblioteca Ambrosiana, di Milano).

Di fatto la lingua italiana verrà insegnata nelle scuole delle isole menzionate fino al passaggio delle consegne, l’1 settembre 1947, ma già da quella data verrà avviata la politica greca di repressione dell’italianità, con tanto di riconversione degli edifici religiosi dal culto cattolico a quello ortodosso, e proprio quel giorno 6mila civili italiani saranno costretti a fuggire dalle isole di residenza e verranno ospitati alla meglio nel campo profughi di Bari e nell’ex ospedale militare Benito Mussolini di Aversa, in provincia di Caserta.