26 dicembre

Oggi, ma nel 1872, a Genova, nell’ottocentesco forte di San Giorgio, già sede dell’osservatorio astronomico, con regio decreto 1205 del 26 dicembre 1872, firmato dal sovrano sabaudo Vittorio Emanuele II, e pubblicato in Gazzetta ufficiale del regno del 15 febbraio 1873, veniva istituito l’Ufficio idrografico della regia Marina militare italiana, con, a far data dal 1874, il capitano Giovan Battista Magnaghi, matematico e idrografo, come direttore. Il nuovo ente aveva come compito soprattutto quello di studiare i mari italiani e di produrre la prima carta nautica nazionale (nella foto, particolare, mappa de “Il Golfo della Città della Lanterna”, rilasciata nel 1887, incisione in acciaio di 735 x 980 millimetri, con indicazione anche dei fari, disegnata da Pietro Corbellini e incisa da Pietro Allodi, su rilievi effettuati dal regio piroscafo “Washington”, sotto la direzione del già menzionato Magnaghi, dall’immagine di Gonnelli, libreria antiquaria di Firenze).
Poi, in seconda battuta, aveva anche la funzione di mappare gli specchi d’acqua lacustri i cui dati erano ancora poco precisi. Tutto ciò avveniva partendo da sforzi istituzionali già avviati a ridosso del contesto postunitario. La necessità partiva dal fatto che le carte degli Stati preunitari fossero incomplete e antiquate e basate, soprattutto, sulla produzione transalpina e britannica. Magnaghi, originario di Lomello, in provincia di Pavia, di 33 anni, che sarà eletto alla Camera nelle elezioni del 3 giugno 1900 e sarà deputato nella XXI legislatura del regno, dal 16 giugno 1900 al 18 ottobre 1904, infatti, aveva iniziato la sua formazione già da quando era ancora luogotenente di vascello di 1ª classe. In quel frangente, infatti, era stato inviato dai vertici della forza nautica a studiare i sistemi cartografici europei reputati più all’avanguardia: a Parigi, in Francia, a Londra, in Inghilterra, e a Montecarlo, nel Principato di Monaco.
E poi nel 1868 aveva presentato la sua relazione che aveva destato enorme interessa nella comunità scientifica e tra gli ufficiali. Partendo da quello sforzo, nel 1875, riuscirà a dare alle stampe il volume “Gli Strumenti a riflessione per misurare angoli” testo che maggiormente contribuirà a far crescere la sua fama di scienziato a livello internazionale. Tra le sue invenzioni, ritenute vere e proprie innovazioni, vi saranno: lo scandaglio a filo per misurazioni di profondità non superiori a 100 metri; la prima bussola magnetica a liquido piccola in uso alla Marina tricolore; il circolo a riflessione per misurare gli angoli azimutali sotto costa; la bottiglia a rovesciamento che consentiva di prelevare campioni d'acqua per analisi di laboratorio; il termometro a rovesciamento per misurare la temperatura dell’acqua ad una data profondità.
