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26 Giugno

Oggi, ma nel 1826, a Cospaia, frazione del Comune di San Giustino, in provincia di Perugia, con un atto di sottomissione da parte di quattordici rappresentanti della repubblica, veniva annessa allo Stato pontificio, facendone di fatto cessare l'esistenza, l'antica repubblica di Cospaia. Era sorta il 25 febbraio febbraio 1441, quando Papa Eugenio IV, impegnato nel conflitto col concilio di Basilea, aveva dovuto cedere il borgo di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, alla repubblica di Firenze, per onorare il debito da 25mila fiorini contratto col banchiere Cosimo de' Medici nel 1431. Per errore, nella designazione del confine, una piccola striscia di terreno di 2 chilometri di lunghezza e 500 metri di larghezza, pari a 330 ettari, con inizialmente 250 abitanti, analfabeti, non era stata inclusa nel trattato che delimitava la frontiera, e i residenti avevano dichiarato di non voler essere sottomessi ad alcuna autorità. Tecnicamente l'equivoco era sorto dal fatto che, a 500 metri dal corso d'acqua che doveva stabilire la demarcazione e che era indicato semplicemente come "Rio", esisteva un omonimo corso d'acqua. I delegati della repubblica fiorentina avevano considerato quale nuova delimitazione proprio il "Rio", posto più a nord, mentre i delegati dello Stato della Chiesa, avevano inteso prendere in esame quello più a sud. Si era costituita una zona di interregno (nella foto, la mappa, nel particolare tratto dalla copertina del saggio di Angelo Ascani, "Cospaia, storia inedita della singolare repubblica", stampato in proprio a Città di Castello, nel 1973), da i cui abitanti si erano autoproclamati indipendenti. L'autonomia era poi stata formalmente riconosciuta nel 1484. Cospaia era una zona franca e cuscinetto e i cospaiesi non avevano l'obbligo di pagare le imposte né verso lo Stato pontificio tantomeno nei confronti del Granducato di Toscana, e le merci che transitavano nel territorio non erano soggette a dazio. Alla sottomissione allo Stato vaticano -necessaria anche per arginare la presenza di fuggiaschi e contrabbandieri rifugiatisi in un territorio senza esercito né carceri in quella che passerà alla storia come la prima comunità anarchica d'Italia- ogni cospaiese, come risarcimento, otteneva un "papetto", moneta d'argento così chiamata in quanto raffigurante il pontefice regnante Leone XIII, e l'autorizzazione a continuare la tabacchicoltura, attività principale della zona, con produzione del rinomato tabacco Cospaia, chiamato anche "erba tornabuona".

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