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26 giugno

Oggi, ma nel 1832, a Roma, nell'ospedale di Santo Spirito, moriva consumato dalla tubercolosi, a 50 anni, Gaetano "Ghetanaccio" Sant'Angelo, romano del 1782, considerato tra i più noti burattinai d'Italia. Nelle rappresentazioni allestite nel suo castelletto di legno e stoffa, che trasportava sulle spalle nell'Urbe, con sosta preferita in piazza Navona, era ricorrente la maschera della commedia dell'arte del capitolino Rugantino, "er bullo de Trastevere svelto co le parole e cor cortello", contribuendo notevolmente a renderlo famoso, ed in seconda battuta quella del partenopeo Pulcinella.

Nel 1825, per celebrare l'anno santo, Papa Leone XII, Annibale della Genga, sul soglio pontificio dal 28 settembre 1823, aveva proibito nel territorio dello Stato della chiesa ogni spettacolo, incluso quello dei burattini, temendo che queste attività ricreative potessero distogliere la popolazione dagli impieghi quotidiani. Ghetanaccio era stato costretto a sospendere le sue rappresentazioni, che costituivano l'unica fonte di guadagno, aveva dovuto impegnare i suoi attrezzi del mestiere, aveva provato a commerciare santini e rosari per sbarcare ugualmente il lunario, ma alla fine era stato ridotto a chiedere l'elemosina.

Nel 1978, al Politeama Brancaccio della Città eterna, Gigi Proietti (nella foto, particolare, proprio con Luisa De Santis in una scena de "La commedia di Gaetanaccio" del '78) porterà in scena, come regista e quale protagonista insieme agli allievi del Laboratorio di esercitazioni sceniche inaugurato lo stesso anno, la rappresentazione in dialetto romanesco di Luigi Magni incentrata sul burattinaio Ghetanaccio, pittoresco personaggio della Roma papalina finito nel dimenticatoio, ma rispolverato per rendere merito alla sua satira feroce contro il clero e il potentato del suo tempo e per le conseguenti disavventure patite, prigione inclusa, per le esternazioni che metteva in bocca ai suoi burattini modificando il timbro della voce con la Pivetta.

Con il suo teatrino divertiva e nel contempo sberleffava tutto e tutti. Un imprecisato giorno, ad esempio - nel ricordo di Claudio Tescari per il progetto Radio pensiero FM - dopo aver acquistato da un "pizzicarolo" in piazza San Carlo al corso, un panino per il suo pranzo, dopo averci discusso animatamente per il peso e per il prezzo, Ghetanaccio aveva alzato il suo teatrino proprio davanti alla bottega di generi alimentari  e aveva inscenato un Rugantino piangente perché una zingara gli aveva predetto un destino infame per i suoi tre figli. Il primogenito sarebbe morto ammazzato, il secondo sarebbe diventato un assassino ed il terzo avrebbe avuto un avvenire da ladro. A quel punto un burattino alato dalle sembianze di angelo aveva suggerito allo sconsolato Rugantino di far fare al primo figlio il militare, così che la morte avvenisse per la patria; al secondo di intraprendere la professione di medico, così che potesse uccidere senza pagarne le conseguenze; al terzo di diventare un pizzicagnolo così avrebbe potuto rubare sul peso tranquillamente poiché era pratica abituale.

Il 19 dicembre 2000 l'amministrazione municipale della Città eterna, guidata dal sindaco democratico Francesco Rutelli al secondo mandato, onorerà la memoria del burattinaio con l'istituzione del parco Ghetanaccio, situato tra la stazione ferroviaria di Trastevere e il mercato di Porta portese, alla cui inaugurazione sarà presente la burattinaia Susanna Gianpistone con un suo spettacolo e col burattino di Ghetanaccio. Il giardino resisterà fino al 2007, poi verrà smantellato nel tentativo di arginare la situazione di degrado del fazzoletto verde, divenuto dormitorio per senza tetto, prevedendo un farraginoso piano di riqualificazione dell'area.