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26 Settembre

Oggi, ma nel 1900, a Napoli, entrava in servizio l’incrociatore torpediniere Agordat (nella foto, particolare dello scatto del 1921 conservato nell'archivio Luigi Accorsi), della regia Marina militare, primo esemplare di una nuova classe di due unità -l'altra si chiamava Coatit- al comando del capitano di fregata Emilio Prasca e sotto il motto "Fert". Il nome era un tributo alla vittoria italiana sui mille dervisci dell'emiro Ibrahim Faragiallah, nella prima battaglia di Agordat, in Eritrea, da parte dei 230 uomini delle truppe coloniali, con alla testa il capitano del regio esercito Gustavo Fara, il 27 giugno 1890. Questo genere di nuovo mezzo navale doveva supplire, nella linea tricolore, della Marina alla carenza di un innovativo tipo di unità, di derivazione anglosassone, lo scout. Era quest'ultima un genere di imbarcazione veloce, da crociera, di dislocamento sulle 1300 tonnellate, utile ad assolvere sia parte dei compiti dell’incrociatore corazzato che di quelli dell’esploratore. Era, di fatto, una rivisitazione, in chiave meno antiquata, della nave avviso: caratteristica dei tempi della tragica battaglia di Lissa del 20 luglio 1866. Il progetto, che era stato ispirato nella linea dello scafo dalla classe Partenope, era stato realizzato dal direttore del genio navale, generale e ingegnere Nabor Soliani, di Brescello di Reggio Emilia, del 1850. L’armamento era composto da 12 cannoni da 76 millimetri di calibro, scelti per poter contrastare il naviglio silurante senza però appesantire troppo la struttura. L’apparato motore era configurato su otto caldaie Blechynden che alimentavano due motrici alternative verticali a triplice espansione della potenza di 8129 hp. La velocità sviluppata era di 22 nodi, la lunghezza era di 91,6 metri e la larghezza di 9,1, il pescaggio di 4,3, pesava 1530 tonnellate a pieno carico, a bordo vi erano 184 uomini, tra ufficiali, sottufficiali e marinai. Le due navi Agordat e Coatit rappresentarono un riuscito esperimento, ma i progressi realizzati dalla tipologia dell'incrociatore corazzato, che era più pesantemente armato, ma ugualmente in grado di muoversi ad una velocità di 20 nodi, porteranno al declino della nuova costruzione. Che era uscita dal cantiere del regio arsenale di Castellamare di Stabia, nel napoletano, ed era stata varata l'11 ottobre 1899. Tra le missioni più simboliche, il 20 maggio 1911, l'Agordat verrà inviato in Crimea per riportare in patria i resti del generale Alessandro La Marmora, figura di spicco del risorgimento italiano,nonché fondatore del corpo dei bersaglieri, che era morto di colera, a Balaklava, frazione di Sebastopoli, il 7 giugno 1855. Nel 1921 l'Agordat verrà riclassificato come cannoniera e sottoposto a lavori di modifica che lo porteranno ad avere un solo albero e l'armamento di dotazione composto da 2 cannoni da 120/40 millimetri più 8 da 76/40. Nel 1923 l'incrociatore verrà radiato e demolito.

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