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27 dicembre

Oggi, ma nel 1750, a Roma, al Colosseo, si svolgeva la prima via crucis. Era guidata dal francescano Paolo Girolamo Casanova, meglio conosciuto come frate Leonardo di Porto Maurizio (nella foto, particolare), in quel di Imperia. In quell’occasione il pontefice Prospero Lambertini consacrava l’anfiteatro Flavio alla Passione di Cristo e alla memoria dei martiri cristiani brutalmente assassinati in quel luogo negli anni imperiali.

L’iniziativa era stata voluta da Papa Benedetto XIV per santificare quell’anno giubilare, il 17° ordinario nella storia della Chiesa, a partire dal giubileo del 1300 di Papa Bonifacio VIII, e la remissione universale dei peccati. Per l’occasione venivano erette 14 stazioni e veniva collocata al centro dell’edificio la grande croce, che poi successivamente verrà posta lateralmente. Aveva inizio l’usanza della processione romana del venerdì santo, destinata a durare nel tempo e a raccogliere sempre maggiori consensi, con le 14 stazioni che prevedevano la condanna a morte di Cristo, il carico della croce, le tre cadute lungo la via verso il Golgota, denominazione in aramaico del monte Calvario di Gerusalemme, l'incontro con il gruppo di pie donne, quello col Cireneo, poi con Maria e con la Veronica, la spoliazione delle vesti, la crocifissione con i chiodi a trafiggere mani e piedi, la morte, la deposizione dalla croce, la sepoltura. Fino all’unità nazionale e alla proclamazione del regno d’Italia il Colosseo rimarrà la meta della via crucis.

L’usanza si stopperà con la presa dell’Urbe attraverso la breccia di Porta Pia da parte dei bersaglieri piemontesi contro le guarnigioni pontificie, il 20 settembre 1870. Evento che porterà all’annessione della Città eterna al regno governato dal sovrano sabaudo Vittorio Emanuele II. Anche perché in quel contesto, il successore di San Pietro in carica, Pio IX, rimarrà rinchiuso in Vaticano. Le edicole e il crocifisso saranno rimosse nel 1874. Ma la tradizione della via crucis verrà ripristinata nel 1926, mentre si preparava la conciliazione tra lo Stato fascista e la Santa sede. Accordo che verrà celebrato con i Patti Lateranensi, firmati l’11 febbraio 1929 dal presidente del consiglio dei ministri Benito Mussolini, e dal cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Gasparri. Già nel 1744 Benedetto XIV, in previsione dell’anno santo 1750, ma anche perché il prete della chiesa limitrofa era stato aggredito da sbandati e lasciato in fin di vita, aveva emanato l’editto che proibiva la profanazione del Colosseo a pena di sanzioni corporali. L’idea di portare la processione in quel luogo era stata lanciata, con l’istanza alla magistratura del Campidoglio, già nel 1749, da frate Leonardo, futuro santo, che verrà canonizzato il 29 giugno 1867 da Pio IX. Il permesso richiesto dal religioso era stato accordato il 13 dicembre 1749.