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27 gennaio

Oggi, ma nel 1976, ad Alcamo, in provincia di Trapani, nella frazione Marina, venivano uccisi, crivellati a colpi di mitra, il carabiniere Carmine Apuzzo, di 19 anni, originario di Castellammare di Stabia, in quel di Napoli, e l'appuntato dell'Arma Salvatore Falcetta (nella foto a destra, l'altra vittima a sinistra), di 35, di Castelvetrano, nel Trapanese, mentre erano nella stazione di zona. Base operativa considerata importante più in estate che in inverno.

L'iter giudiziario legato al duplice omicidio sarà particolarmente tortuoso e alla fine non fornirà né esecutori materiali né mandanti, tantomeno il vero movente. Presumibilmente i due militari sarebbero stati fatti fuori, nell'agguato notturno, da mafiosi legati all'organizzazione paramilitare atlantica Gladio per aver intercettato, casualmente nel loro territorio di azione durante un controllo ordinario del giorno precedente, un rifornimento di armi destinato ai gladiatori che sarebbe dovuto rimanere segreto. Verranno condannati all'ergastolo Giuseppe Gulotta e Giovanni Mandalà e a 20 anni di carcere Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, al tempo giovani malavitosi del posto, come ipotetici responsabili dell'attacco alla caserma. Ma il coinvolgimento nel delitto verrà smentito completamente per tutti e quattro quando salterà fuori che le loro confessioni fossero state estorte sotto tortura.

Il caso che susciterà maggiore scalpore, anche a livello mediatico, sarà quello di Gulotta, che tornerà in libertà, il 22 luglio 2010, e verrà prosciolto, il 13 febbraio 2012, in seguito alla revisione del processo. Il suo errore giudiziario verrà risarcito dallo Stato con 6 milioni di euro. Quanto agli altri tre malcapitati: Mandalà morirà in cella, nel 1998, presumibilmente di morte naturale. Santangelo e Ferrantelli riusciranno a rifugiarsi in Brasile, che non concederà l'estradizione, e quindi a far perdere le loro tracce.