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27 gennaio

Oggi, ma nel 1992, a Velletri, in provincia di Roma, alle 17.45, all’altezza del passaggio a livello della stazione ferroviaria di Casabianca, per errore umano, si verificava lo scontro frontale, a 100 chilometri all’ora, tra il treno diretto Roma-Velletri, partito da Roma Termini alle 17.30, e quello omologo, proveniente dallo scalo di Ciampino. Le vittime erano 6: Romeo D’Antimi, di 47 anni, macchinista; Gabriele Giammattei, di 47, altro macchinista; Tommaso Cocuzzoli, di 52, terzo macchinista; Claudio Milletti, passeggero di 37; Costantino Radu, altro trasportato, di origine romena, di 40; Alberto Zaccagnini, passeggero di 34. I feriti erano 192.

Il disastro ferroviario (nella foto, particolare, i vigili del fuoco durante il tentativo di estrarre i corpi dalle lamiere accartocciate dopo lo schianto) era di fatto colpa del ferroviere Sossio Dolce, di 52 anni, nelle Fs da 30, capostazione di fresca nomina, arrivato a dicembre dalla stazione di Ceprano, in quel di Frosinone. Inutile era stato il tentativo di far staccare la corrente elettrica durante la corsa del treno, dopo aver realizzato di aver mandato i due convogli allo scontro. Con un solo binario a disposizione era impossibile deviare la corsa. Per la mancanza di radio a bordo era ugualmente non possibile avvisare i macchinisti. Alfredo Valente, l’altro capostazione, si era assentato per andare a bere un caffè e quindi non era potuto intervenire in tempo. I ferrovieri d’Italia risponderanno all'accaduto scioperando contro il mancato ammodernamento della linea lungo la quale si verificava la sciagura. Ma migliorie strutturali non verranno comunque effettuate.

Sotto accusa verrà messo il sistema detto del blocco telefonico, che consentiva ai treni di partire soltanto tramite telefonata tra capistazione che agivano regolandosi sul traffico a vista. Dolce, dopo l’iniziale fuga, dovuta ad una sorta di smarrimento per l'accaduto, si costituirà, nella caserma dei Carabinieri di Castel Gandolfo, e verrà arrestato con le accuse di disastro ferroviario aggravato colposo e di omicidio colposo plurimo. Poi di lui i media non si occuperanno più e sul suo comportamento scenderà l’oblio. Sul luogo dell’incidente, in concomitanza col decimo anniversario, verrà apposta la lapide commemorativa.