TODAY

28 GIUGNO

Oggi, ma nel 1925, a Spa-Francorchamps, nella provincia di Liegi, Antonio Ascari, su Alfa Romeo P2, della scuderia Alfa corse, vinceva la prima edizione del gran premio d’Europa, disputato in Belgio, del campionato del mondo marche, precursore della Formula 1 di automobilismo. Era il padre di Alberto Ascari, che sarà campione mondiale di F1 nel 1952 e nel 1953, con la Ferrari.

Alberto Ascari, milanese del 1918, verrà considerato tra i migliori assi del volante della storia della massima serie automobilistica. Sarà il pilota tricolore col maggior numero di gran premi vinti, 13. Diverrà l’unico italiano ad aver centrato un mondiale, che in realtà saranno due e per giunta consecutivi, seduto dentro una monoposto rossa di Maranello.

Quella del 28 giugno 1925 era l’ultima vittoria di Ascari senior (nella foto, particolare, proprio sul circuito belga, inseguito dal rivale Giuseppe Campari, pure lui su Alfa Romeo P2), di Bonferraro di Sorgà, in quel di Verona, classe 1888, già meccanico di motori per trattori, che aveva esordito come pilota non ufficiale della casa milanese del Biscione il 23 novembre 1919, alla decima edizione della Targa Florio, sul circuito delle Madonie con partenza e arrivo da contrada Pistavecchia di Campofelice di Roccella, nel palermitano.

Morirà il 26 luglio successivo, a 37 anni, in seguito all’incidente durante il gran premio di Francia, sul tracciato parigino di Montlhéry, ribaltandosi mentre era in testa alla gara. Nella stagione agonistica precedente, quella 1924, il 19 ottobre, sempre su Alfa Romeo P2 8c/2000, Antonio Ascari aveva trionfato anche nel gran premio d’Italia, nell’autodromo nazionale di Monza. Proprio su quella pista il figlio Alberto, guida di punta della squadra Lancia, perirà, il 26 maggio 1955, anche lui a 37 anni come il genitore, capovolgendosi durante il test della Ferrari 750 sport, in vista del gran premio Supercortemaggiore del 3 giugno successivo, proprio a Monza.

Il 20 marzo 2016, dal cimitero monumentale di Milano, verranno rubati i busti in bronzo di Antonio e Alberto Ascari, realizzati rispettivamente dagli scultori Orazio Grossoni e Michele Vedari per la tomba dei due piloti.