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28 Maggio

Oggi, ma nel 1898, a Torino, l'avvocato Secondo Pia, fotografava per la prima volta la Sindone, dopo aver ricevuto l'autorizzazione dal sovrano Umberto I di Savoia, proprietario del sacro lenzuolo, in occasione della esposizione di arte sacra per i 400 anni dalla fondazione della cattedrale di San Giovanni Battista. Il 25 maggio precedente il primo tentativo era andato a vuoto perché le lastre non avevano mostrato quasi nulla a causa della scarsa illuminazione del duomo, dentro il quale non vi era la corrente elettrica e quindi la fonte di luce era data solo da candele, insufficienti per le esigenze di ripresa. Lo sviluppo evidenzierà l'immagine del volto e del corpo (nella foto), presumibilmente di Gesù, che fino a quel momento non erano stati possibile vedere ad occhio nudo. Il capoluogo piemontese era in quegli anni l'ideale capitale fotografica d'Italia, oltre che capitale del regno e capitale sabauda e capitale della sacra Sindone: l'unione di questi elementi non era dunque imprevedibile. Il 2 giugno successivo, terminata la mostra, il misterioso telo verrà riposto nuovamente nella sua cassetta di sicurezza, nella cappella reale. Il quotidiano genovese "Il Cittadino" pubblicherà per primo la fotografia di Pia il 13 giugno e il giorno dopo, il 14 giugno, la scoperta legata alla foto verrà resa nota dalle pagine del quotidiano "Corriere della sera". Il 15 giugno la testata della Santa sede, "L'Osservatore romano", conferirà crisma di ufficialità a tutta la vicenda. Pia verrà boicottato e il suo scatto prezioso messo in discussione. La morte del sovrano, a Monza, il 29 luglio 1900, assassinato dall'anarchico venuto dall'America Gaetano Bresci, non agevolerà il percorso verso la verità. Pia dovrà attendere il maggio 1931, quando, dal 3 al 24, il fotografo Giuseppe Enrie, incaricato dal cardinale Maurizio Fossati, in occasione dell'ostensione prevista per il matrimonio del principe Umberto di Savoia con Maria Josè del Belgio, immortalerà nuovamente il presunto sudario di Cristo, e stavolta in più scatti, a differenza dell'unica posa realizzata da Pia, e il risultato confermerà precisamente le conclusioni del 1898.

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