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28 Novembre

Oggi, ma nel 1977, a Bari, in piazza Prefettura, Giuseppe Piccolo, militante del Fronte della gioventù, di 23 anni, accoltellava mortalmente all'addome Benedetto Petrone (nella foto), di 18 anni, iscritto alla Federazione giovani comunisti. La vittima, nata e cresciuta nella città vecchia, di mestiere scaricatore al mercato rionale dopo aver interrotto gli studi di ragioneria all'istituto tecnico cittadino Domenico Romanazzi, non era riuscita a scappare alla rappresaglia armata dei missini, seguita a tafferugli dei giorni precedenti tra giovani "rossi" e "neri", perché aveva problemi di deambulazione, causati dai postumi della poliomielite. Franco Intranò, di 16 anni, altro esponente della compagine giovanile della sezione Introna-Pappagallo del Pci, aveva tentato di difendere Petrone, ma era stato ferito da Piccolo. Al funerale di Petrone, il 30 novembre successivo, oltre al sindaco democristiano Nicola Lamaddalena, parteciperanno anche il segretario nazionale della Figc Massimo D'Alema, che terrà l'orazione funebre, e il responsabile regionale per la Puglia del Partito comunista italiano Renzo Trivelli. Il killer verrà arrestato, a Berlino ovest, il 17 novembre 1978. Il 26 marzo 1981, dopo una serie di vicissitudini processuali legate al tentativo poi fallito di farsi dichiarare infermo di mente, verrà condannato, in primo grado, a 22 anni di carcere. La pena verrà ridotta a 16, il 22 maggio 1982, in appello. Ma il 21 agosto 1984 "Pino" Piccolo si impiccherà con un lenzuolo in cella nel penitenziario di Spoleto. Nel 2009, in occasione della ricorrenza dell'omicidio, non distante dal luogo dell'agguato mortale, l'amministrazione municipale barese, guidata dal primo cittadino di centrosinistra Michele Emiliano, intitolerà una via a "Benny" Petrone.