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28 NOVEMBRE

Oggi, ma nel 1917, a Senigallia, in provincia di Ancona, e a Rimini, i treni armati "TA I" e "TA III", della regia Marina militare, equipaggiati con cannoni navali di piccolo e medio calibro, in azione sulla linea ferroviaria adriatica, contrastavano l’attacco delle siluranti austriache contro la costa marchigiana e proteggevano quella romagnola.

La controffensiva tricolore su rotaia (nella foto, particolare, in azione, proprio il 28 novembre 1917) danneggiava anche un cacciatorpediniere asburgico della classe Tátra e metteva in fuga le altre unità d’attacco della Marina dell'imperatore Carlo I che stavano colpendo anche Marotta, in provincia di Pesaro, Urbino, e Cesenatico, in quel di Forlì-Cesena. Era quella l’ultima azione dei treni armati tricolore durante la grande guerra. Torneranno in funzione, con successo, nel secondo conflitto mondiale.

I treni armati utilizzati erano stati allestiti nel 1915 a La Spazia, dalla Direzione di artiglieria e armamenti del regio arsenale marittimo, su carri pianale del tipo POZ delle Ferrovie dello Stato, che erano stati rinforzati, per poter ospitare i calibri da 76 o da 120 millimetri, e anche su carri costruiti per l’occasione, per essere in grado di accogliere pezzi da 152 millimetri. Operavano in convoglio di due unità, la prima con funzione operativa di sparo, avente le bocche da fuoco e la santabarbara, la seconda, con funzione logistica, avente la cambusa-cucina e l'officina per qualsiasi eventualità.

Funzionavano con personale della Marina al tiro e rialzo e delle FS, militarizzato per lo scopo, alle piccole manovre e agli spostamenti più lunghi. Erano tutti coordinati dalla direzione del servizio che era dislocata ad Ancona. Mentre i treni armati del regio Esercito, dipendenti dallo Stato maggiore, avevano il quartier generale a Monfalcone, in provincia di Gorizia, e, attrezzati dalle Officine Breda con cannoni della classe navale "Francesco Caracciolo", venivano impiegati sul fronte del Carso in quello stesso 1917. La copertura di ciascuno dei 12 convogli esistenti era di 60 chilometri di binari e andava da Ravenna a Bari. Ovviamente concentrandosi nelle zone più a rischio.

Andando a ritroso, i treni armati, nel teatro di guerra dell'Adriatico, erano entrati in funzione il 3 febbraio 1916, tra Ortona e a San Vito Chietino, in quel di Chieti. Avevano difeso la costa dal cannoneggiamento guidato dalla Sankt Georg della kaiserlich und königlich Kriegsmarine. Il 15 febbraio di quello stesso 1916 un treno armato aveva messo al riparo Rimini che era stata attenzionata dagli ordigni scaricati dagli idrovolanti austro-ungarici. Il 23 giugno 1916 un treno armato era intervenuto a Grottammare, in quel di Ascoli Piceno, e il 27 luglio a Bari, Molfetta, in quel di Bari, e Otranto, in quel di Lecce. Poi il 5 novembre a Sant’Elpidio a mare, in provincia di Fermo.