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29 aprile

Oggi, ma nel 1971, a Madrid, al Palacio de los Deportes, Carmelo Bossi pareggiava contro lo spagnolo Josè Hernandez, nell'incontro (nella foto, Bossi a destra con lo sfidante, a sinistra, sul ring madrileno) organizzato per difendere il suo titolo mondiale dei pesi superwelter di pugilato, entro i 69,85 chilogrammi per i professionisti. Il verdetto di parità, che suscitava non poche polemiche, consentiva al boxeur milanese di restare in carica come campione del mondo. Cintura che aveva strappato, a 31 anni, anche in quel caso ai punti, il 9 luglio 1970, a Monza, allo stadio Sada, allo statunitense Freddie Little.

Il 31 ottobre di quel 1971, a Tokyo, nell'Auditorium dell'università di Nihon, Bossi sarà costretto a cedere la qualifica di migliore al mondo di categoria al nipponico Koichi Wajima, anche in quella occasione ai punti. Sarà il suo ultimo incontro prima di ritirarsi dall'agonismo. Bossi aveva esordito come "pro", nella sua Milano, al Palazzetto dello sport, il 4 marzo 1961, avendo la meglio sul connazionale Isidoro Princic. Nelle Olimpiadi di Roma del 1960, dal 25 agosto al 5 settembre, nel Palazzetto dello sport della Capitale, la categoria dei welter, entro i 66,70 chilogrammi, era appannaggio di Nino Benvenuti, campione europeo dei superwelter in carica, come rappresentante tricolore, per decisione del tecnico della nazionale Natalino Rea. E infatti Benvenuti alla fine aveva meritato l'oro. Ma Bossi aveva conquistato la medaglia d'argento nei pesi medi, entro i 72,57 chilogrammi, essendo stato sconfitto in finale dall'americano Wilbert McClure. Il secondo gradino del podio a cinque cerchi gli aveva, comunque, fruttato l'onorificenza di cavaliere della Repubblica.

In quella occasione olimpica, comunque, il Belpaese era risultato in cima al medagliere internazionale nel pugilato: con tre ori, tre argenti, un bronzo. Avevano agguantato il metallo più pregiato anche gli italici Francesco Musso, nei piuma, entro i 57,15 chilogrammi, e Francesco De Piccoli, nei massimi, oltre i 90,72. Mentre gli altri due argenti erano andati a Primo Zamparini, nei gallo, entro i 53,52, e a Sandro Lopopolo, nei leggeri, entro i 61,24. Il bronzo a Giulio Saraudi, nei mediomassimi, entro 79,38.