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29 GENNAIO

Oggi, ma nel 1781, a Monaco di Baviera, al teatro Curvilliés, il cantante castrato Vincenzo dal Prato, di Imola, di 25 anni, nel periodo d’oro della sua carriera, si esibiva, nel ruolo di Idamante, nel debutto assoluto dell’Idomeneo, prima opera seria di Wolfgang Amadeus Mozart, catalogata come K366, scritta in italiano, in tre atti, sulla parabola del re di Creta dell’Iliade attribuita ad Omero.

Mozart non stimava dal Prato, ma nonostante ciò la prima si rivelava un successo assoluto, con apprezzamento sia da parte degli spettatori che, soprattutto, da parte del duca elettore di Baviera Carlo II, al secolo Carlo Teodoro di Wittelsbach, che aveva commissionato e finanziato la composizione, che risaliva all’anno precedente e la rappresentazione, che avveniva in forma privata.

Le prove si erano tenute tra l’8 novembre 1780 e il 22 gennaio 1781. Il ruolo di Idomeneo (nella foto, particolare, Il ritorno di Idomedeo, dipinto del francese Jacques Gamelin, conservato nel Musée des Augustins di Tolosa), era stato assegnato al tenore tedesco Anton Raaff, di 67 anni, del quale ugualmente Mozart dubitava. Poi vi era anche il tenore italiano Domenico de’ Panzacchi, anche lui imolese, nei panni di Arbace.

Il libretto di quello che verrà reputato dai critici un vero capolavoro del geniale autore salisburghese, che aveva 25 anni e che sarebbe morto appena dieci anni dopo, era stato scritto dall’abate Giambattista Varesco di Trento, cappellano di corte dell’arcivescovo di Salisburgo. La direzione era affidata allo stesso Mozart.

In Italia la prima sarà a Venezia, al teatro La Fenice, il 2 ottobre 1947, diretta da Vittorio Gui, in occasione della X edizione del Festival di musica contemporanea. L’Idomedeo rinsaldava il legame con l’Italia di Mozart che, tra il 1769 e il 1773, aveva effettuato tre viaggi, per motivi sia di studio che per cercare nuove committenze, nel Belpaese, accompagnato dal padre.