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29 Luglio

Oggi, ma nel 1941, a Tripoli, in Libia, sbarcava il gruppo battaglioni giovani fascisti, composto dal I° e dal II° battaglione, rispettivamente "Mi scaglio a ruina" e "Abbi fede" e dal comando di gruppo. Erano destinati a portare il loro contributo di ardimento alla dura campagna d'Africa settentrionale. Il III° battaglione, "A ferro freddo", invece, veniva utilizzato come prezioso supporto logistico. I ragazzi dell'organizzazione giovanile del ventennio erano salpati, da Tarato, il 27 luglio precedente. Si trattava del primo schieramento di 2mila agguerriti fedelissimi del Duce selezionati dall'aquilano Adelchi Serena, segretario nazionale del Pnf, dei 25mila giovani, di tutte le estrazioni sociali, provenienti dalle fila della Gioventù italiana del littorio, che con entusiasmo avevano chiesto di essere arruolati per raggiungere il fronte di combattimento dopo il discorso di Benito Mussolini del 10 giugno 1940, data di entrata in guerra dell'Italia in orbace. Il Partito nazionale fascista, col segretario Ettore Muti, precursore di Serena, aveva stabilito d'intesa col ministero della guerra, la costituzione di 25 battaglioni "Gil" che, erano stati divisi in tre raggruppamenti per essere inviati nelle zone di addestramento militare. Come armamento individuale era prevista dalla dotazione il fucile Carcano, modello 91, e il caratteristico pugnale "Gil" d'ordinanza, mentre come armi di reparto venivano dati fucili mitragliatori Breda 30 e mitragliatrici Fiat. Erano previste due uniformi, una grigioverde della fanteria e l’altra coloniale coi tipici colori da deserto. Entrambe avevano il fregio della "Gil" sul berretto e sulla manica della giubba: uno scudetto giallo e cremisi con il leone e il nome del comando federale di appartenenza. In testa i ragazzi avevano il simbolico fez nero degli arditi (nella foto, particolare, in una cartolina commemorativa disegnata dall'illustratore Edoardo Maria Vardaro dove un giovane fascista scagliava una granata contro un tank inglese), dato loro in memoria dei caduti della grande guerra. Dopo lo sbarco il gruppo veniva inviato, con compiti di presidio, a Homs e a Misurata dopo aver ricevuto i cannoni controcarro da 47/32 e i mortai da 81 millimetri, modello 35. Dopo essere stato inquadrato nell'armata corazzata italo-tedesca, il gruppo battaglioni giovani fascisti prenderà parte alle operazioni di guerra contro gli angloamericani entrando a far parte, nel settembre 1941, del Raggruppamento esplorante corazzato del corpo d'armata di manovra, comandato dal generale Gastone Gambara, costituito dalle divisioni Ariete e Trieste che prenderanno parte, aiutando a determinarne la vittoria, alla seconda battaglia di Bir el Gobi, del 3-7 dicembre '41. Verrà considerato come uno degli scontri più duri nell'ambito dell'offensiva britannica dell'operazione Crusader.

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