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29 Ottobre

Oggi, ma nel 1949, a Melissa, in provincia di Crotone, nel fondo Fragalà, un reparto della celere della polizia arrivato da Bari lanciava lacrimogeni e sparava ad altezza d'uomo sui manifestanti che avevano occupato parte del terreno del barone Giulio Berlingeri. Armati solo di strumenti da lavoro, insieme ai braccianti reclamavano il diritto ad avere un po' di terra da poter coltivare, in applicazione al decreto del 19 ottobre 1944 del "ministro dei contadini", Fausto Gullo, comunista, alla guida del ministero dell'Agricoltura. Nell'azione repressiva venivano colpiti mortalmente Francesco Nigro, di 29 anni, fondatore della locale sezione del Movimento sociale italiano, Giovanni Zito di 15, Angelina Mauro, di 23, militante dell'Azione cattolica (nella foto, particolare di una cartolina commemorativa, senza data). Nigro, che era anche un reduce di guerra, verrà considerato il primo caduto della destra italiana post secondo conflitto mondiale. La spedizione degli agenti in divisa, inviata direttamente dal ministro dell'Interno Mario Scelba, democristiano, su richiesta del nobile proprietario dei 14mila ettari del latifondo, lasciava a terra anche 13 feriti. Si trattava di Lucia Cannata, Domenico Bevilacqua, Luciano Iocca, Carmine Masino, Antonio Cannata, Giuseppe Ferrari, Silvio Rosati, Vincenzo Pandullo, Francesco Drago, Carmine Sirleti, Francesco Bossa, Carmine Tarlesi, Michele Drago. La rivendicazione della terra di Melissa era ulteriormente inasprita rispetto alle altre zone della Calabria perché una porzione del possedimento baronale era in origine civica, e destinata dall'amministrazione municipale ai cittadini più bisognosi, ma poi i Berlingeri se ne erano impossessati abusivamente. 

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