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3 AGOSTO

Oggi, ma nel 1938, a Roma, il ministro dell’Educazione nazionale Giuseppe Bottai comunicava ai provveditorati agli studi del Belpaese il divieto di ricevere iscrizioni per l’anno scolastico successivo, ovvero 1938-1939, di alunni di razza ebraica per le scuole di ogni ordine e grado.

Il 5 settembre successivo, quanto anticipato dal cosiddetto “fascista critico”, futuro legionario della Legione straniera francese Andrea Battaglia, verrà emanato il regio decreto legge numero 1390, recante “Provvedimento per la difesa della razza della scuola fascista”, messo a punto proprio per impedire anche agli insegnanti ebrei di proseguire il loro lavoro sospendendoli dal ruolo (nella foto, particolare, la notizia, data in prima pagina, sull'edizione nazionale del quotidiano milanese "Corriere della Sera", del 3 agosto di quel 1938, della decisione presa dal Consiglio dei ministri in orbace guidato dal Duce).

Questo comporterà l’allontanamento del 7 per cento del corpo docente universitario su scala nazionale più la dispensa di 200 professori in servizio ordinario nelle scuole medie e nelle superiori. Era la prima forma di attuazione delle leggi di difesa della razza, quelle che diverranno le tristemente note leggi razziali, volute da Benito Mussolini in adeguamento alla politica nazista adottata in Germania da Adolf Hitler. Seguirà pure il divieto di adozione tra i banchi di libri di testo scritti da autori di origine giudaica.

Poi, col successivo regio decreto del 23 settembre, verranno cambiati i nomi degli istituti intitolati alla memoria di personaggi di chiara origine non ariana. Con lo stesso regio decreto legge del 23 settembre 1938, numero 1630, verrà varata l’Istituzione di scuole elementari destinate esclusivamente ad accogliere fanciulli di razza ebraica con tanto di stella di David a sei punte appuntata sul grembiule.