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3 agosto

Oggi, ma nel 1979, in tutta Italia, usciva, per l’etichetta discografica milanese Rca italiana, il singolo “La mia banda suona il rock”, di Ivano Fossati, di 28 anni, che diverrà il maggiore successo del cantautore genovese.

Nel b-side c’era la ballata “E di nuovo cambio casa”. Testi e musiche erano di Fossati per entrambe le tracce. Il pezzo era stato registrato nei Criteria studios di Miami e rientrava nella fase rock di quello che verrà considerato uno degli esponenti più significativi del panorama cantautorale tricolore, attivo dal 1971 al 2012, salvo brevi ritorni. “La mia banda suona il rock” sarà anche il titolo dell’album, il quinto, sempre per Rca italiana, che uscirà nel mese successivo.

Oltre a Fossati, voce, chitarra elettrica, flauto traverso e pianoforte, suoneranno con lui musicisti di fama internazionale come George Terry, chitarra elettrica/acustica, George Perry, basso, Scott Kirkpatrick, batteria, e Paul Harris, pianoforte e organo Hammond. Fossati “rinnegherà” la gran popolarità del suo tormentone non amando il fatto che il suo brano diverrà base da karaoke o verrà inserita nelle scalette dei piano bar. Eppure il 3 agosto 1979, quel motivetto segnava la svolta nella carriera di Fossati che proveniva dalla stessa città e scuola artistica di Fabrizio De Andrè, Gino Paoli, Luigi Tenco e Umberto Bindi.

Tra le esperienze che il Fossati del 1979 avesse già alle spalle, vi era il lancio del gran classico “Jesahel”, con il gruppo Delirium (nella foto, particolare, il leader della band, con il suo inseparabile flauto traverso, proprio nel 1972, in un’intervista rilasciata a Franco Paoli), del 5 febbraio 1972, vero inno hippie, che aveva segnato la memorabile apparizione televisiva al Festival di Sanremo ‘72. In quell’occasione, tra il 26 febbraio, al Casino della Città dei fiori, “Jesahel”, di Fossati e del compositore Oscar Prudente, detto “Merendero”, si era posizionata al numero 6 nella classifica generale, con 105 voti ricevuti, rispetto ai 343 racimolati da “I giorni dell’arcobaleno”, di Nicola di Bari, che aveva vinto.