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3 luglio

Oggi, ma nel 1907, a Roma, il Sant'Uffizio, ovvero la Suprema sacra inquisizione romana e universale, pubblicava con il decreto Lamentabili Sane Exitu, approvato da Papa Pio X, la prima condanna al modernismo teologico. Veniva posta in essere attraverso 65 affermazioni tratte da pubblicazioni di autori ritenuti esponenti del modernismo. Tecnicamente la critica papale era a coloro che «trasgredendo i limiti stabiliti dai Padri e dalla Santa Chiesa stessa, sotto le apparenze di più alta intelligenza e col nome di considerazione storica, cercano un progresso dei dogmi che, in realtà, è la corruzione dei medesimi».

Con l’enciclica Pascendi Dominici grecis, dell’8 settembre successivo, il pontefice inasprirà il suo “no” al modernismo, ovvero alla fase più acuta del confronto tra il cristianesimo e l’avvento del mondo cosiddetto moderno, bollandolo come eresia. Il modernismo stava avendo una crescente diffusione in Europa. Tra i principali esponenti vi erano, nel Belpaese, Salvatore Minocchi, Romolo Murri, Ernesto Buonaiuti. Poi, a livello internazionale, l’irlandese George Tyrrell, gli inglesi Maude Petre e Friedrich von Hugel, i francesi Alfred Loisy e Lucien Laberthonnie.

Dopo la condanna ufficiale del modernismo da parte del successore di San Pietro verrà avviata la fase di repressione dei suoi esponenti. Operazione attuata particolarmente attraverso l’organizzazione del Sodalitium Pianum, la rete segreta d’informazione della Santa sede messa in piedi, dal 1909, da monsignor Umberto Benigni, e dipendente dalla segreteria di Stato nella quale Benigni aveva l’incarico di sottosegretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari. Le figure religiose principali del movimento modernista verranno colpite con la scomunica e con la sospensione a divinis. Preti, religiosi o laici cattolici accusati di modernismo verranno sollevati dall’insegnamento nelle università cattoliche e nei seminari, dalle responsabilità pastorali, dagli incarichi organizzativi nelle associazioni ecclesiali. Servizi che in alcuni casi rappresentavano anche la forma di sostentamento di tali persone.

Il Sodalitium Pianum verrà smantellato, ufficialmente, il 25 novembre 1921 da Papa Benedetto XV. Benché alcuni studiosi sosterranno la sua permanenza in vita fino al 1946. Lo scontro tra Pio X ed i modernisti riguardava soprattutto: la rivelazione come parola di Dio, la bibbia, la fede, i sacramenti, miracoli e profezie, i dogmi, l’immagine di Gesù storica e quella tramandata dalla Chiesa. In Italia il caso che più susciterà risonanza mediatica sarà quello del già menzionato don Murri, deputato radicale dal 24 marzo 1909 al 29 settembre 1913 (nella foto, particolare del “santino” con breve biografia ed immagine del nuovo eletto alla Camera nella XXIII legislatura, nel collegio elettorale marchigiano di Montegiorgio, in provincia di Fermo). Già colpito da sospensione a divinis, nel 1907, verrà scomunicato proprio in quel 1909 e il provvedimento gli verrà revocato solo nel 1943. Era stato promotore, nel 1894, della Federazione universitaria cattolica italiana verrà ritenuto tra i fautori della fondazione della Democrazia cristiana insieme al suo amico don Luigi Sturzo. La scomunica di Buonaiuti, altro religioso dal percorso controverso, invece, sarà del 25 gennaio 1926, sempre per aver preso le difese delle tesi moderniste.