Lapide commemorativa dedicata all'abate Georges Carrel

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3 maggio

Oggi, ma nel 1866, a Torino, veniva decisa la nascita della prima sezione distaccata del Club alpino torinese, che era parte sostanziale del primo nucleo embrionale del Club alpino italiano, quella di Aosta. La sezione valdostana, con sede nel palazzo del municipio, all'hotel de ville, si svilupperà quale deposito di materiali necessari alle arrampicate e poi con una forte connotazione scientifico-naturalistica. Avamposto necessario per lo studio approfondito e sistematico e per la divulgazione della cultura della montagna, della flora e della fauna delle Alpi e dei fenomeni atmosferici e climatici.

La sezione distaccata di Aosta verrà caratterizzata dalla realizzazione di numerosi ricoveri e di capanne in quota per le soste degli alpinisti e degli scienziati. Progressivamente la sezione distaccata di Aosta raccoglierà in un museo, che verrà smembrato nel 1934, in seguito a trasloco, minerali, erbario, animali impagliati, plastici, cimeli. La sezione di Aosta sarà importante perché rappresenterà il punto di riferimento in montagna rispetto alla realtà torinese considerata, oltre a sede legale, prima dello spostamento a Milano, luogo di ritrovo per personaggi in vista e notabili appassionati di alpinismo. Quella distaccata di Aosta, invece, diverrà fin dalle prime battute, imprescindibile spazio d'incontro di fuoriclasse destinati a scrivere la storia dell'alpinismo internazionale, a cominciare dall'abate Georges Carrel (nella foto, la lapide commemorativa di piazza Chiesa, a Valtournenche, sempre in quel di Aosta), originario di Chatillon, del 1800, fino alla morte, che avverrà il 23 maggio 1870, primo presidente della sezione distaccata di Aosta del Club alpino di Torino, del quale era stato nominato socio onorario il 18 marzo 1866, nonché grande promotore del turismo di montagna in Valle d'Aosta.

Tra le due realtà, quella cittadina di Torino e quella montana di Aosta, il tratto d'unione verrà rappresentato indubbiamente da Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi, classe 1873, con base a Torino, a palazzo Cisterna, e palestra di montagna a Courmayeur. Il principe esploratore verrà avviato ed istruito alla pratica delle ascensioni montane dal suo precettore e frate barnabita Francesco Denza e poi dalle storiche guide valdostane Emile Rey, Jean Antoine Maquignaz e Joseph Petigax. Con lui, ma non solo con lui, si consoliderà il binomio tra uomini di cultura, ma anche di rilievo sociale, e amore per la montagna sviluppando un nuovo approccio alle scalate sulle vette. Gettando le basi non solo per lo studio dell'ecosistema alpino, ma per la sua pionieristica salvaguardia. Il Club alpino italiano era stato fondato, nel capoluogo sabaudo, il 23 ottobre 1863, nel castello del Valentino, dopo l'ideazione avvenuta, il 12 agosto 1863, a Verzuolo, in quel di Cuneo, in conclusione dell'ascensione del Monviso. Primo artefice della genesi del Cai era stato Quintino Sella, ministro delle finanze del regno d'Italia per tre mandati non consecutivi, a cominciare dal 3 marzo 1862 e fino al 10 luglio 1873. Primo presidente del Cai era stato designato il barone Ferdinando Perrone di San Martino.