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3 novembre

Oggi, ma nel 1917, a Noventa Padovana, in provincia di Padova, il generale Andrea Graziani, classe 1864, faceva fucilare alla schiena, come spettava ai traditori, l'artigliere Alessandro Ruffini, del 1893, reo di non aver tolto il sigaro dalla bocca nel portare il saluto militare al passaggio dell'alto ufficiale. Graziani, nato a Bardolino, in provincia di Verona, era stato nominato, il giorno precedente, 2 novembre '17, ispettore generale del movimento di sgombero dopo la disfatta di Caporetto, dal capo di Stato maggiore del regio esercito Luigi Cadorna.

Il generale diventerà il simbolo della repressione feroce verso l'anarchia dei sottoposti dopo il ripiegamento del fronte durante la grande guerra. La vittima, marchigiana di Castelfidardo, in provincia di Ancona, appartenente alla decima batteria del 34° reggimento di artiglieria da campagna del regio esercito, aveva ricevuto l'assoluzione per i peccati dal parroco di Noventa Padovana, don Giovanni Battista Celotto, prima di essere giustiziato davanti al muro della casa Miari-Suppiei, dove una targa ricorderà l'accaduto. Poi verrà seppellito nel cimitero cittadino.

L'atto di punizione estrema verrà portato all'attenzione di un pubblico più ampio il 28 luglio 1919, dalla prima pagina del quotidiano socialista l'Avanti (nella foto particolare dell'articolo, con il ritratto del malcapitato in divisa, dello stesso giornale, ma del 17 agosto 1917). L'uscita della notizia provocherà due interrogazioni parlamentari, in chiusura della XXIV legislatura, che però non sortiranno alcun effetto: non ci saranno conseguenze per il generale Graziani. La prima interrogazione sarà portata avanti dai deputati: Armando Bussi, Ferruccio Bernardini, Galileo Beghi, Umberto Brunelli, Giuseppe Emanuele Modigliani, Adelmo Sichel, Giovanni Bertini, tutti socialisti tranne l'ultimo, iscritto al gruppo cattolico della Camera. La seconda interrogazione sarà richiesta dagli onorevoli: Alfredo Sandulli, Arturo Labriola, Annibale Vigna, Salvatore Girardi, tutti del Psi salvo l'ultimo, appartenente al gruppo dei democratici costituzionali.