TODAY
3 SETTEMBRE
Oggi, ma nel 1992, alle 13.17, a Sarajevo, mentre oltrepassava il monte Zec, a Fojnica, il G222 “Lyra 34”, del 98° gruppo della 46ª brigata aerea di Pisa, dell’Aeronautica militare italiana, in missione umanitaria delle Nazioni unite, veniva abbattuto da due missili terra-aria Sam 7, di fabbricazione sovietica. L’aereo trasportava aiuti, comprese cinque tonnellate di coperte, necessarie dopo il maltempo dei giorni precedenti, provenienti da Zagabria alle popolazioni bosniache.
Nell’impatto il mezzo precipitava, da 4mila metri d’altezza, a ridosso del villaggio di Riesenik, a 20 chilometri dalla capitale, assediata dalle truppe del generale serbo-bosniaco Ratko Mladic, e morivano 4 uomini in divisa: il pilota, tenente colonnello Marco Betti; il suo secondo e navigatore, capitano Marco Rigliaco; gli addetti al carico della merce, i marescialli Giuseppe Buttaglieri, motorista, e Giuliano Velardi, elettromeccanico.
Per il loro estremo sacrificio (nella foto, particolare, la lapide commemorativa posta sul luogo della sciagura), verranno insigniti della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, il 14 dicembre successivo, a Roma, dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Le 4 vittime non avranno un colpevole assicurato alla giustizia, nonostante il grande impegno profuso dal padre del pilota Rodolfo “Marò” Betti, già incursore della Marina militare.
Prezioso sarà il contributo fornito dall’inchiesta giornalistica condotta da Roberto Galli, capo della redazione pisana del quotidiano “Il Tirreno”, che con l’appoggio di Rodolfo Betti e della 46ª brigata aerea, riuscirà a far parlare Mahir Eloja, studente di Tuzla, e il cugino Agie Atif, che scoprirà come l’attacco sia stato di matrice croata, organizzato nel bar gestito dal croato Miran Grusebic, che con il suo trattore aveva aiutato i militari croati a piazzare la batteria missilistica sull’altura e poi riceverà come dono un’elica del cargo abbattuto. Anche l’Onu verrà aspramente criticata, sia dai vertici dell’Arma azzurra tricolore, sia dall’opinione pubblica, per non aver adeguatamente reso sicuro l’avio corridoio necessario nel ponte di solidarietà del cielo, organizzato in ottemperanza alla risoluzione 761 del 29 giugno di quel 1992.