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30 APRILE

Oggi, ma nel 2014, ad Oria, in provincia di Brindisi, dopo un tortuoso iter giudiziario che di fatto lo aveva tenuto fuori dal carcere, veniva condannato definitivamente, a 10 anni 10 mesi 21 giorni di reclusione ancora da scontare, Luigi Caffa.

Il 21 aprile 2004, quando aveva 20 anni, aveva attirato sulla spiaggia di Torre Borraco, sulla marina di Manduria, in quel di Taranto, con un tranello, l’amico Joseph De Stradis (nella foto, particolare, la tomba), di 17 anni, italo-americano con origini pugliesi, nella trappola tesa dal falegname Francesco Fullone, di 61, che poi aveva ucciso “Joe”.

Quest’ultimo era stato trasportato nella Fiat Uno verde dell’artigiano quindi legato con il filo di ferro, seviziato con un cacciavite, massacrato a colpi di martello, parzialmente bruciato, sepolto sotto la sabbia del litorale jonico quando era ancora vivo. Il cadavere era stato poi scoperto da passanti, quattro giorni dopo l’omicidio.

Il delitto era balzato agli onori della cronaca nera nazionale per l’efferatezza, per la giovane età del morto, ma anche perché il ragazzo aveva perso la vita facendo l’eroe nei confronti di Simona, in costante pericolo di abusi sessuali. Il killer, sposato e con tre figli, era stato condannato a 30 anni di prigione ed era deceduto in cella.

L’altro complice, Fabio Palazzo, che fino al giorno dell’agguato mortale era ritenuto il presunto miglior amico di “Joe”, aveva anche lui 17 anni nel 2004. Era stato determinante per la ricostruzione dell’accaduto da parte dei carabinieri. La colpa della vittima era proprio quella di aver difeso una sua coetanea, che frequentava, dal tentativo di abuso che Fullone portava avanti da un anno e per quella sua insistenza a sfondo erotico era anche stato denunciato proprio dalla ragazza.

“Joe”, insieme al padre Lino, l’11 settembre 2001, a New York, era scampato all’attacco alle torri gemelle del World Trade Center, trovandosi a pochi metri di distanza nel momento dell’attentato. Il 23 agosto 2015, a Coram, nello Stato di New York, morirà anche il fratello di “Joe”, Jonathan, alias “Jon”, di 24 anni, verosimilmente stroncato da un malore durante il sonno e ritrovato nella sua stanza già privo di vita dalla madre, Anna Ungaro.