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30 OTTOBRE

Oggi, ma nel 1966, a Roma, al Palazzo dello Sport, all’Eur, davanti a 30mila persone, nasceva il Partito socialista unitario, che riuniva i militanti del “garofano rosso”, con Pietro Nenni presidente, Francesco De Martino (nella foto, particolare, Nenni a sinistra e De Martino a destra, proprio in quella storica occasione del 30 ottobre ’66) e Mario Tanassi segretari nazionali. Giacomo Brodolini e Antonio Cariglia venivano designati quali vice della segreteria. La ricomposizione avveniva alla presenza di Albert Carthy, segretario generale dell’Internazionale socialista. L’operazione avveniva sotto la sapiente regia di Giuseppe Saragat, primo presidente della Repubblica socialista, in carica dal 29 dicembre 1964, già capo della segretaria nazionale del Partito socialista democratico italiano, non in modo continuativo, dall’1 gennaio 1947 al 30 gennaio 1964. 

Al congresso della “reunion”, partecipavano anche gli esponenti del Partito comunista italiano di matrice socialista, generando non poco clamore mediatico. Il processo di unificazione di Psi e Psd in Psu era stato avviato nel 1963, il 5 dicembre, con l’ingresso, per la prima volta, nella maggioranza di governo, con Aldo Moro presidente del Consiglio dei ministri, al primo mandato, e la creazione del controverso centro-sinistra. Il banco di prova per i socialisti unitari sarà la consultazione con le urne in occasione delle elezioni politiche del 19-20 maggio 1968, quando raccoglieranno 91 seggi, su 630, alla Camera dei deputati, perdendone 29, pari al 5,46 per cento, contando su 4.603192 di preferenze. Al Senato, invece, gli scranni conquistati saranno 46 su 315, ossia 12 in meno, equivalenti al 5,14 per cento in calo, a fronte di 4.354906 voti. Il 5 luglio 1969, per effetto dello sganciamento dell’area socialdemocratica, avverrà ancora una volta la spaccatura tra i socialisti del Belpaese.