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30 Settembre

Oggi, ma nel 1917, a Vertoiba, frazione del comune di San Pietro Vertoiba, in Slovenia, il fotografo Luis Bogino, nato a Santa Fe de la Vera Cruz, in Argentina, il 25 gennaio 1892, ma torinese a tutti gli effetti, immortalava la prima linea austro-ungarica detta San Marco-Raccogliano (nella foto, particolare dello scatto, conservato nel fondo Bogino, da 2mila immagini, riprese tra il 6 giugno 1915 e il 29 marzo 1919, della fototeca del Museo nazionale del cinema di Torino) dal trincerone del regio esercito italiano, posto lungo il corso del torrente Vertobizza. In quel punto i soldati italiani erano stati bloccati dopo la conquista di Gorizia con la VI battaglia dell'Isonzo, combattuta tra il 6 e il 17 agosto 1916. A nulla erano valsi gli sforzi dispiegati dalle truppe tricolori, anche nelle successive operazioni belliche del primo conflitto mondiale, per smuoversi da quella zona. Tanto che lo sfondamento di Caporetto, iniziato il 24 ottobre 1917 e terminato il 12 novembre successivo, sorprenderà i militari del Belpaese sempre sulle medesime posizioni del novembre 1916. Nel 1962, dopo la morte del foto-operatore, avvenuta il 3 gennaio 1960, il Museo nazionale del cinema -fondato dalla storica del cinema Maria Adriana Prolo, con sede originaria in Palazzo Chiablese, inaugurata il 27 settembre 1958, poi dal luglio 2000 all'interno della Mole Antonelliana, in via Montebello 20- acquisirà dalla moglie di Bogino, Orsola Canavesio, un album contenente 545 fotografie, 1.241 stereoscopie su vetro, delle quali 621 negative, 166 diapositive su lastra e 70 positivi su carta. Oltre alle foto sulla prima guerra mondiale, vi erano anche film amatoriali, girati da Bogino tra la fine degli anni '20 e gli inizi degli anni '50, con episodi di vita privata, vedute del capoluogo piemontese e sfilate di moda con al centro, particolarmente, la modella Emma Pannicciari. Per quanto concerne la documentazione sul primo conflitto mondiale, che verrà ricordato come quello nel corso del quale riprese cinematografiche e scatti fotografici permisero di far capire la durezza patita dai combattenti anche a chi non fosse sulla linea del fuoco, Bogino, che era al seguito del regio esercito italiano, verrà considerato il pioniere. Apripista delle foto di guerra, dei ritratti di alti ufficiali in divisa, delle riprese delle parate militari, dei momenti trascorsi al fronte e nel fango e degli spaccati vita di trincea ritenuti "istituzionali". Le opere fissate con la luce di Bogino verranno anche raccolte nelle 192 pagine del volume "Al fronte. Cineoperatori e fotografi raccontano la grande guerra", pubblicato da Silvana editoriale, di Cinisello Balsamo, in quel di Milano, nel 2015.

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