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31 AGOSTO

Oggi, ma nel 1983, in tutta Italia, terminava l’estate musicale che i critici definiranno “irripetibile”. I tormentoni ascoltati e canticchiati sotto l’ombrellone rimarranno tutti nella storia della musica leggera tricolore. A cominciare da “Vamos a la playa”, del duo torinese Righeira, ovvero Stefano Righi e Stefano Rota, alias Johnson e Michael Righeira, intonata con i cinque «Oh, oh, oh, oh, oh» e saltino finale.

Proseguendo poi con “Tropicana”, del Gruppo Italiano, al ritmo di «Mentre la tv diceva, mentre la tv cantava, bevila perché è Tropicana, yeah». La formazione, lanciata dalla produttrice Mara Maionchi (nella foto, particolare, durante un’esibizione), era composta da: Patrizia Di Malta, Raffaella Riva, Gigi Folino, Roberto Del Bò e Errico Santulli. Il loro cavallo di battaglia, benché a fine anno chiuderà la hit-parade nazionale dei singoli solo al numero 30, e non essendo riuscita a salire oltre l’8° posto, in realtà era stata sulla bocca di tutti durante la calura agostana e non solo.

Seguiva a ruota “I like Chopin”, dei Gazebo, pseudonimo di Paul Mazzolini, che benché nato a Beirut e vissuto in giro per il globo, ha sangue italiano nelle vene. E il suo pezzo più blasonato, nonostante gli inserimenti di pianoforte ed il ritmo meno caciarone, sarà ballatissimo come italo-disco nella versione remix.

Ancora, “Vacanze Romane”, dei Matia Bazar, con la portentosa voce di Antonella Ruggiero, portare a tonalità da acuto “la dolce vita che te ne vai”. Poi, “Vita spericolata”, di Vasco Rossi, con il rocker di Zocca che voleva un’esistenza rocambolesca come quella dell’impavido attore e pilota statunitense Steve McQueen. “Nell’aria”, di Marcella Bella, scritta dal fratello Gianni, con Giulio Rapetti “Mogol”, che segnava la svolta sexy della cantante catanese che aveva ottenuto la consacrazione artistica partecipando al Festival di Sanremo ’72, dal 24 al 26 febbraio, con “Montagne verdi”, ballata che si era incolonnata al 7° rigo della classifica. In più “Rocking rolling”, di Giovanni Scialpi, che proponeva il suo sound e la sua visione futuristica «Per resistere […] per difenderci […] per non cedere mai».

Anche “L’inno dell’amicizia” aveva la sua larga fetta di ascoltatori in bermuda e bikini, “Amico è” di Dario Baldan Bembo e Caterina Caselli. Per sottolineare al Belpaese come «L’amico è quello che più ce n’è meglio è». Per chiudere, anche i più piccoli avevano il loro burlone instant classic: “Chì chì chì cò cò cò”, dello showman Pippo Franco. La canzone era, in realtà, la versione nella lingua di Dante Alighieri, del brano “Kirie-Kirio” del gruppo afrodisco Black Blood, con il cantante congolese Steve Banda Kalenga.