Carlo Abarth

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31 marzo

Oggi, ma nel 1949, a Bologna, l'ingegnere austriaco naturalizzato italiano, Karl Abarth, di Vienna, classe 1908, insieme col pilota automobilistico Guido Scagliarini, di Finale Emilia, in provincia di Modena, del 1914, fondava la Abarth reparto corse. 

Nasceva come scuderia sportiva, con sede a Torino, ma diverrà casa specializzata nella produzione di componenti per auto di serie da destinare alle competizioni sportive ed elaborazioni motoristiche dedicate, soprattutto per vetture di piccola cilindrata, particolarmente di derivazione Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Autobianchi, Simca. Lo scorpione del marchio, su fondo rosso e giallo, scelto perché era il comune simbolo zodiacale di Abarth e Scagliarini, diverrà un simbolo inconfondibile della cura maniacale italiana per le macchine compatte, ma spinte. Già a fine 1949 la Abarth conterà 30 dipendenti. Abarth (nella foto, a 57 anni, il 20 ottobre 1965, durante il record di accelerazione sul quarto di miglio e sui 500 metri con vettura di cilindrata 1000, classe G, motore di derivazione Fiat da 225 chilometri all'ora di velocità massima, all'autodromo di Monza. Per riuscire ad entrare nell'abitacolo della monoposto Abarth perderà 30 chilogrammi di peso corporeo grazie ad una ferrea dieta verosimilmente a base di sole mele) e Scagliarini si erano conosciuti nel 1948, quando il primo aveva chiamato il secondo a far parte della Scuderia Carlo Dusio, il segmento gare della Cisitalia, la fabbrica automobilistica creata da Piero Dusio e Piero Taruffi, nella città sabauda, l'1 luglio 1946. Con la Cisitalia Scagliarini aveva vinto il campionato italiano '48.

Dopo il fallimento della Cisitalia, la prima vettura prodotta dalla Abarth, nel 1950, destinata all'agonismo, sarà la 204 A Roadster, che deriverà dalla Fiat 1100 e che vincerà il campionato italiano 1100 Sport e quello di Formula 2. Dopo la fase iniziale dedicata prevalentemente alla messa a punto e realizzazione di scarichi ad espansione, le marmitte Abarth, il modello di auto che darà la popolarità su grande scala alla Abarth, non solo tra i piloti, ma più in generale tra gli appassionati di mezzi di serie elaborati, sarà la Fiat Abarth 750, poi 750 GT. Sarà la macchina che ridefinirà il nuovo standard delle vetture elaborate. Quest'ultima utilizzerà motore e pianale della Fiat 600 di serie, apportando le dovute modifiche. Ancora di più, fiore all'occhiello sarà la versione allestita con la prestigiosa carrozzeria Zagato, dalla storica e rinomata ditta fondata a Milano da Ugo Zagato nel 1919, in versione detta doppia bolla, "double bubble", che verrà presentata alla edizione numero 37 del salone dell'auto di Torino del 20 aprile - 1 maggio 1955.

La 500 Abarth, destinata a restare un'icona super sportiva a quattro ruote nella produzione Fiat, perché appunto basata su meccanica della Fiat nuova 500 di serie, sarà lanciata nel 1957, sempre al salone dell'automobile del capoluogo piemontese, edizione 39, dal 30 ottobre all'11 novembre. Nel 1971 la Abarth cesserà di essere autonoma e verrà acquisita dalla Fiat.